Stagione invernale in bilico: albergatori incerti sull'apertura

Stagione invernale in bilico: albergatori incerti sull'apertura
«Sono ogni giorno più preoccupato». È schietto Walter De Cassan, presidente di Federalberghi Belluno Dolomiti, nell’esprimere lo stato...

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«Sono ogni giorno più preoccupato». È schietto Walter De Cassan, presidente di Federalberghi Belluno Dolomiti, nell’esprimere lo stato d’animo della categoria, per la stagione invernale che sta per iniziare, penalizzata dalla pandemia Covid-19. «Viviamo - spiega - nell’incertezza generale. Il ponte festivo di sant’Ambrogio e dell’Immacolata, di inizio dicembre, ormai è perso. È difficile dire cosa accadrà fra un mese, a Natale, a Capodanno, e oltre ancora, quando non sappiamo neppure cosa accadrà fra una settimana. Dovremo vedere cosa prevederanno i protocolli per l’apertura degli impianti e cosa dirà il nuovo decreto Dpcm, dopo il 3 dicembre». 


L’INCERTEZZA
Sul fosco futuro del turismo montano invernale, De Cassan propone più interrogativi che risposte: «Ci stiamo chiedendo se ci sarà gente che sale in montagna, senza l’attivazione degli impianti di risalita, per la pratica dello sci. Alla situazione causata dal virus si aggiunge la carenza di neve, che peggiora le nostre condizioni. Non c’è quella naturale, non c’è freddo per produrre quella artificiale, non ci sono piste per sciare, non c’è il panorama invernale. In alcune località, e cito Arabba come esempio, il 95% dei turisti viene per sciare. Può essere diverso a Cortina, dove l’ospite arriva anche per attività diverse, che comunque sono penalizzate, ridotte. Non si sa cosa accadrà nella contermine provincia di Bolzano: se resta zona rossa, non si può andare a sciare, così il nostro turista potrà arrivare sino sul valico, al confine, per dover poi tornare indietro. Tutto questo accade dopo il calo degli sciatori italiani, registrato gli anni scorsi. Veniva in parte compensato dagli stranieri, che però quest’anno non ci saranno». Per De Cassan peserà dunque la mancanza dei turisti da oltre confine: «Non saranno sostituiti da italiani, e ci sono nostre località con il 70% di clientela estera. Ci mancherà soprattutto l’ospite che spende, il turista statunitense, russo, britannico. Lo dissi la scorsa primavera ed ora ne ho la conferma: sapevo che avremmo potuto reggere un’estate di difficoltà, ma non una seconda ondata della pandemia in inverno». Nemmeno Natale e Capodanno riusciranno a illuminare il cielo: «Non ci sono prenotazioni – conferma De Cassan – e speriamo che qualcosa possa muoversi con il nuovo Dpcm, se conterrà disposizioni più favorevoli, che attendiamo dopo la scadenza di quello attuale, il 3 dicembre». 
CORTINA


Gli fa eco Roberta Alverà presidente dell’associazione albergatori di Cortina: «Non abbiamo alcuna certezza. Stiamo aspettando di vedere quali saranno i colori delle regioni, per il conseguente movimento degli italiani. Non sappiamo cosa dirà il Dpcm dopo il 3 dicembre. Non è certa la data di apertura degli impianti di risalita. Abbiamo riunito il nostro consiglio, la settimana scorsa, e sentito i nostri colleghi di altre aree: in tutti c’è un totale disorientamento». Non c’è alcuna sicurezza neppure per l’ormai imminente ponte festivo di inizio dicembre: «Qualche albergo aprirà, ma non sarà di certo l’Immacolata che ci aspettavamo. Potrebbero essere comunque quattro giorni buoni, ma poi ci sarà il vuoto sino a Natale. Qualche albergo di Cortina accoglierà la Coppa del mondo di snowboard di sabato 12 dicembre. Per Natale dovremmo aprire fra il 18 e il 20 dicembre, ma non tutti. Ci sono altri motivi di incertezza: ci chiediamo come può lavorare un albergo piccolo, senza cucina, se i ristoranti non aprono la sera, per cui l’ospite non può cenare». In quanto a Natale e Capodanno, anche in questo caso l’orizzonte è cupo: «A fine settembre c’erano molte richieste, l’inverno era partito bene; poi tutto si è fermato, nel timore di un nuovo lockdown – dice Alverà – in ogni caso non ci sarà il pienone a cui eravamo abituati, ma vedremo comunque di tirare avanti». 

 

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Il Gazzettino