Alberghi chiusi in montagna, bruciati 40 milioni

Il passeggio a Cortina
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BELLUNO - Ricettività turistica: il tracollo invernale è ufficiale. Anche se i numeri nero su bianco non erano necessari, in quanto il solo dato di fatto era sufficiente, terminati i conti dell'inverno Federalberghi ha definito quella tra il 2020 e il 2021 tra le stagioni peggiori di sempre. Se non, addirittura, la meno buona da tempo immemore. In parole povere, un disastro. Caratterizzata da mesi di chiusura e da un solo febbraio che, registrando il Veneto in zona gialla, ha consentito ai veneti di raggiungere la montagna. Certo non permettendo, agli addetti ai lavori, di avvicinarsi nemmeno lontanamente ai dati delle annate precedenti. «Siamo di fronte - afferma senza mezzi termini Walter De Cassan, presidente provinciale Federalberghi - a dati drammatici».


LA SITUAZIONE
«Purtroppo i dati contabili aggiornati al 31 marzo - afferma De Cassan - confermano il tracollo del comparto turistico ricettivo e in modo particolare di quello legato alla stagione invernale. Dati drammatici che confermano le sensazioni ma che certificano in modo definitivo come la ricettività turistica sia uno dei settori maggiormente colpiti dagli effetti della pandemia e delle restrizioni agli spostamenti e allo svolgimento delle attività», afferma il presidente De Cassan commentando i dati elaborati dall'ufficio studi di Confcommercio Belluno. «Confrontando questa stagione invernale (dicembre 2020 / marzo 2021) con l'ultima completa (dicembre 2018 / marzo 2019) - continua il presidente - la ricettività alberghiera registra nei territori a vocazione turistica invernale e nei comprensori sciistici perdite medie del 76% con cali di fatturato medi pari a circa 200mila euro ad azienda. Ne deriva una gravissima crisi di liquidità che merita massima attenzione da parte delle istituzioni. Stimiamo che il solo comparto alberghiero montano bellunese nell'ultimo quadrimestre abbia perso circa 40 milioni di euro di fatturato. A ciò vanno sommate le pesantissime perdite di fatturato patite da campeggi, rifugi alpini, attività extra-alberghiere, commercio e pubblici esercizi».


LA PRESA DI POSIZIONE


Federalberghi e Confcommercio Belluno ancora una volta sollecitano tutte le forze politiche, i parlamentari bellunesi e la Regione Veneto a considerare l'andamento della stagione invernale per la determinazione dei sostegni economici. Aspetto questo che neanche nell'ultimo Decreto Sostegni è stato contemplato. «All'orizzonte ci sono due passaggi fondamentali - sottolinea De Cassan - Da un lato la definizione del Fondo Montagna e dall'altro il decreto Sostegni Bis; se la politica vuole dare un segnale forte di sostegno al comparto ricettivo montano e bellunese ha questi due importanti provvedimenti come occasione per aiutare concretamente un settore al tracollo. Sul Fondo Montagna servono più soldi perché la filiera composta da imprese ricettive, commerciali e di servizio che operano nei comprensori sciistici di tutta Italia è numericamente rilevante e c'è il rischio che migliaia di microaziende ricevano pochissimo. Rispetto al Decreto Sostegni Bis confidiamo che i parametri di riferimento siano veramente correlati alla stagione invernale di fatto mai iniziata e andata del tutto in fumo». L'associazione, appartenente alla grande famiglia di Confcommercio, tiene poi alta l'attenzione su altri temi fondamentali riferiti all'impatto delle imposte e dei costi aziendali rimarcando ancora una volta, ad esempio, l'importanza di confermare l'esenzione Imu attualmente prevista allargandone però la platea dei beneficiari, trasformare l'attuale sconto del 30% in un totale annullamento del canone speciale Rai e prevedere politiche di sgravio significativo sulla tassa rifiuti.
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Il Gazzettino