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Trenta letti ancora vuoti, praticamente un piano di un ospedale in tutta la regione. Grazie a questo numero, riferito ai reparti di Area medica dedicati al Covid, il Friuli Venezia Giulia trascorrerà un'altra settimana - la prossima - in zona gialla. Ma l'arancione, a meno che la curva dei ricoveri non imbocchi presto la strada della discesa (è assai improbabile, se non addirittura impossibile nel breve periodo), resta una minaccia assolutamente reale nel prossimo monitoraggio, quello che sarà reso ufficiale il 20 gennaio.
I DATI
Ieri mattina l'Istituto superiore di sanità ha inviato alla Regione il classico report del giovedì. Fa fede quello, che contiene i dati che poi devono essere ratificati dalla cabina di regia. Quest'ultimo organismo si riunisce stamattina, ma valgono i numeri di ieri. E dicono una sola cosa: i reparti di Area medica sono occupati al 28 per cento, con 353 malati attualmente ospitati in regione. Superato il 30 per cento si va in zona arancione e questa quota in Fvg corrisponde a 383 ricoveri. Trenta letti, quindi, hanno salvato la regione dal cambio di fascia, che a dire il vero avrebbe condizionato solo la vita dei no-vax. Gli altri due parametri, infatti, sono già abbondantemente superati. Le Intensive sono piene al 21 per cento (il limite dell'arancione è al 15 per cento) mentre l'incidenza a causa di Omicron va ormai oltre i 2mila contagi ogni 100mila abitanti.
LA PROSPETTIVA
Il picco dei ricoveri invece dovrebbe verificarsi con dieci giorni - circa - di ritardo, quindi attorno al 10 febbraio. «Il Friuli Venezia Giulia non dovrebbe rischiare la zona rossa», ha specificato sempre Barbone. Molto però dipenderà da quanto rapidamente cresceranno i ricoveri, dal momento che i contagi giornalieri restano sempre molto alti. Soprattutto si tratta di casi non tracciati, ormai sfuggiti del tutto alla macchina della prevenzione. I nuovi positivi senza una storia epidemica alle spalle sono schizzati da 6.900 a 19.225. In pratica non si indaga più sulle origini del contagio. I focolai attivi sono 2.647, ma si tratta solo dei cluster censiti. Una minima parte del totale. In netto rialzo anche l'indice Rt, che passa da 1.04 a 1.61. Si tratta però di una misura vecchia che ormai non serve più a monitorare lo stato di salute della regione oppure a guidare le scelte politiche e le norme a carico dei cittadini.
IL BOLLETTINO
Ieri altri 4.039 contagi in regione, con undici morti. Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 41 delle quali 37 non vaccinate, mentre i pazienti ospedalizzati in altri reparti sono 369. Un aumento, soprattutto in Area medica, che non è confortante. Nell'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale positivi tre amministrativi, quattro medici, 14 infermieri, tre operatori sociosanitari, un'ostetrica, tre tecnici, uno psicologo, un terapista; nell'Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina di un biologo, tre collaboratori professionali sanitari, sette medici, 19 infermieri, sei operatori sociosanitari, tre tecnici e due terapisti; nell'Azienda sanitaria Friuli Occidentale di tre amministrativi, un assistente sanitario, un collaboratore sanitario, sette infermieri, cinque medici, un operatore sociosanitario; nell'Irccs materno-infantile Burlo Garofolo di due amministrativi, quattro infermieri, un medico; al Cro di Aviano un medico e due tecnici. Relativamente alle residenze per anziani del Friuli Venezia Giulia si registra il contagio di 50 ospiti e di 49 operatori.
VACCINI
A causa della bassa adesione, il vicepresidente Riccardi ha invitato anche i prenotati non prioritari ad anticipare il proprio appuntamento. «Se i posti disponibili delle agende riservate non verranno occupati, le Aziende sanitarie potranno aprirli a tutta la popolazione».
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