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VENEZIA - Continuano ad abbassarsi le curve dell'epidemia a Nordest. Anche se la conta dei decessi ancora non si arresta, destinata com'è ad essere l'ultima a fermarsi, prosegue la riduzione dei soggetti attualmente positivi (-333 in Veneto) e in isolamento (-294 in Friuli Venezia Giulia), nonché quella dei ricoverati (rispettivamente -58 e -15). L'andamento è mediamente confermato pure nel resto d'Italia.
IN VENETO
Il doppio bollettino di giornata in Veneto segnala 1.245 nuovi casi (394.791 dall'inizio dell'epidemia).
IN FRIULI VENEZIA GIULIA
L'unica rilevazione del Friuli Venezia Giulia indica 392 nuove infezioni (in totale 101.201). Gli individui in isolamento diminuiscono da 11.125 a 10.831, alla pari dei pazienti intubati che passano a 75 (-2) e di quelli accolti negli altri reparti che ora sono 516 (-13). Altri 12 decessi portano il tragico conto a 3.494.
IN ITALIA
Complessivamente in Italia sono stati registrati altri 17.567 contagi e 344 morti. Il tasso di positività è al 5,4%. In totale i casi dall'inizio dell'emergenza sono 3.754.077 e le croci 113.923. Cala la pressione sulle strutture ospedaliere: i ricoverati con sintomi sono 27.654 (-492), mentre quelli in Terapia intensiva risultano 3.588 (-15).
LA SOFFERENZA
In tutto questo risuona l'allarme degli psicologi per gli effetti del virus nell'anno nero della pandemia. A lanciarlo è Luca Pezzullo, Presidente dell'Ordine del Veneto, che conta quasi 11 mila iscritti: «Il Covid-19 non ha minato solo la salute fisica e l'economia, ma ha lasciato importanti segni a livello psicologico». Secondo l'organismo, però, la risposta è stata pronta: «In Veneto vi è stata buona sensibilità delle istituzioni: il dialogo è costante e molto positivo con la Regione e con gli enti locali. Ed anche nella scuola vi è stata una collaborazione importante con Regione e Ufficio scolastico regionale; al momento su finanziamento ministeriale operano quasi 500 psicologi negli istituti del Veneto, per fornire in quest'anno così difficile un sostegno specialistico a insegnanti, studenti e famiglie». Invece a livello nazionale «la rete pubblica della psicologia è sottodimensionata e vi è ancora un investimento molto timido: nelle strutture pubbliche appena uno psicologo ogni 12 mila abitanti».
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Il Gazzettino