Studio del reparto di Psicologia: strascichi post Covid su memoria e muscoli

Reparto Covid
PADOVA - Guariti dal Covid-19 nel corpo, ma la psiche? Un'indagine condotta dall'Unità operativa complessa di Psicologia ospedaliera del polo di via Giustiniani...

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PADOVA - Guariti dal Covid-19 nel corpo, ma la psiche? Un'indagine condotta dall'Unità operativa complessa di Psicologia ospedaliera del polo di via Giustiniani scandaglia quello che avviene nella testa di chi la malattia acuta se l'è lasciata alle spalle. Le analisi preliminari svolte su 250 pazienti evidenziano come le persone che, in concomitanza con l'infezione, hanno anche avuto sintomi neurologici come perdita di gusto e olfatto o cefalee, siano quelle che riportano, ad un mese dalla dimissione, fragilità cognitive, indipendentemente dalla loro età. In particolare, a risentire degli effetti del Covid-19 sarebbero l'attenzione durante compiti complessi, come gestire più informazioni contemporaneamente o passare da un'occupazione a un'altra, e la memoria. Ma c'è disagio anche a carico della muscolatura; perciò molti pazienti, nei mesi post-Covid, manifestano una maggiore affaticabilità.

Sebbene la letteratura scientifica riguardo gli effetti deleteri del Covid sul funzionamento cognitivo e psicologico si arricchisca giorno per giorno, queste nostre riflessioni - studio presentano si legge nell'indagine coordinata dall'équipe di esperti della Psicologia ospedaliera, guidata da Biancarosa Volpe un elemento di novità rispetto a quanto finora mostrato da ricercatori nazionali e internazionali. I dati mostrano infatti come i partecipanti al nostro follow-up, con alti indici di riserva cognitiva (Cri), ovvero con elevata istruzione e lavoro, e con interessi cognitivamente stimolanti, subiscono in misura minore gli effetti psicologici traumatici della pandemia. Insomma, condurre una vita attiva e arricchente può fungere da fattore protettivo». E il ricovero ospedaliero è stato vissuto, dai più, come una sicurezza. «Abbiamo osservato in pazienti che hanno potuto curarsi a casa una considerevole presenza di sofferenza psicologica post-malattia legata al vissuto di isolamento, alla paura di contaminare i propri cari, soprattutto genitori anziani, e al non poter usufruire di un sanitario curante». Un aspetto sempre doloroso: il distanziamento forzoso dei pazienti dai familiari, anche se lenito dall'impiego delle moderne tecnologie comunicative.
 

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Il Gazzettino