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ROVIGO - Il bilancio dell'Ulss registra un passivo di oltre 42 milioni, 5 dei quali imputabili ai costi Covid diretti, ovvero le somme spese per sostenere l'enorme sforzo per far fronte alla pandemia, e altri 12 indiretti, ossia mancati introiti dovuti alla sospensione delle attività ordinarie e alla mancata possibilità di recupero delle prestazioni slittate. Nel 2021, quindi, la pandemia è costata alla sanità polesana 17 milioni. È per questo che nel secondo anno dell'epoca Covid, il primo con la campagna di vaccinazioni, i tamponi di massa, accanto alla campagna di assunzioni e a un piano di investimenti strutturali, i conti sono saltati rispetto agli indirizzi regionali che indicavano in 14 milioni lo sforamento naturale dell'Ulss 5 in virtù delle caratteristiche strutturali di azienda e territorio. Rispetto alla Proposta di bilancio d'esercizio 2021 approvata il 27 aprile, la perdita si è ridotta di un milione, da 43,8 a 42,8. Nella Proposta per le modalità di copertura della perdita dell'anno 2021 ed azioni per il riequilibrio della situazione economica per l'Azienda Ulss 5 Polesana, contestuale all'approvazione del bilancio, il direttore generale Patrizia Simionato sottolinea come «il risultato d'esercizio 2021 pari a -42.823.789 euro, diventa di 37.876.263 euro al netto dei costi Covid, determinati secondo le disposizioni fornite da Azienda Zero che, se rettificato degli ulteriori costi aziendali sostenuti per far fronte all'emergenza mediante l'utilizzo di risorse aziendali, diventa di 15.838.207 euro, con uno scostamento rispetto al risultato programmato per l'anno 2021, di 1.838.207 euro».
LO SCOSSONE VIRUS
Tale scostamento dalla previsione della Regione viene motivato nella relazione del direttore generale, allegata al bilancio consuntivo, nella quale si evidenziano oneri e spese aggiuntive che dipendono da fattori classificabili come esterni alla gestione aziendale per 19,8 milioni.
Il Gazzettino