Beccato nel viaggio in bici di due giorni da Vedelago all'Agordino: «Ho il permesso, me lo ha ordinato Dio»

Un'immagine d'ARCHIVIO: ciclista sulle Dolomiti
AGORDO - Aveva preso la bicicletta, caricato due borsoni, e in barba ai decreti e alle imposizioni sull’assoluto divieto di spostarsi dalla residenza principale era partito...

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AGORDO - Aveva preso la bicicletta, caricato due borsoni, e in barba ai decreti e alle imposizioni sull’assoluto divieto di spostarsi dalla residenza principale era partito da Vedelago in provincia di Treviso per raggiungere Canale e la valle di Gares dove avrebbe dovuto recarsi a pregare dopo aver avuto una apparizione mistica dove il Signore gli aveva ordinato di raggiungere l’amena valle dolomitica.

Sono serviti due giorni di viaggio al ciclista trevigiano per poter terminare il viaggio ma alla fine era quasi riuscito a raggiungere la sua destinazione se non fosse stato per la prontezza di un abitante della frazione di Gares, posta proprio in fondo all’omonima valle che di ritorno da Canale dove si era recato a fare un po’ di spesa, a circa metà valle ha incrociato il solitario ciclista. Da qui subito è scattato l’allarme: quel ciclista non autoctono era fuori posto. Così è stato allertato il sindaco Flavio Colcergnan che  ha avvertito subito i carabinieri che sono giunti prontamente sul posto, intercettando il ciclista a pochi chilometri dalla méta.

Ovviamente le motivazioni ha sollevato per la sua presenza in valle non erano tra quelle contemplate nella lista delle eccezioni del decreto legge. Ora gli inquirenti stanno ricostruendo, per quello che è possibile, il tragitto che ha fatto l’uomo che è riuscito a salire senza problemi e in bicicletta per oltre 100 chilometri.
Un tragitto dove si pensa l’uomo abbia utilizzato strade e percorsi secondari che non erano presidiati. Si cerca anche di risalire dove l’uomo abbia passato la notte al fine di capire se ha avuto contatti con altre persone.


Da quello che si è capito l’uomo sarebbe un frequentatore assiduo di Canale d'Agordo e ci sarebbe stato più volte nel recente passato. Lo stesso avrebbe dichiarato ai carabinieri di conoscere bene la zona. Al momento non è escluso si tratti della stessa persona notata in località “Cavallera”, dove è stata posta la “Via Crucis” di Papa Luciani. Una circostanza che conferma come nelle piccole comunità sia molto alta in questi giorni la vigilanza. Un episodio che ha costretto tutti a elevare ulteriormente la guardia, in prossimità delle festività pasquali dove si teme che ci sia una esodo dei proprietari delle seconde case verso le località della valle del Biois. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino