Coronavirus. Lumi Simanschi, ballerina e operaia in cassa integrazione: «Ora ballo solo per mia figlia»

Lumi Simanschi
PADOVA - Balla da sola, è costretta a farlo, Lumi Simanschi, venticinquenne operaia nel settore dell’occhialeria, che da tre anni ha affiancato anche il lavoro di...

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PADOVA - Balla da sola, è costretta a farlo, Lumi Simanschi, venticinquenne operaia nel settore dell’occhialeria, che da tre anni ha affiancato anche il lavoro di ballerina in importanti discoteche italiane e straniere. Certo, ama ballare, ma la scelta è stata dettata anche dal fatto di poter avere un’entrata economica maggiore perché è mamma. Ha una figlia di otto anni.

Anche su di lei e sulle colleghe, si abbattono gli effetti dell’emergenza generata dal Coronavirus. «La mia azienda ha attivato la cassa integrazione mentre con il ballo nelle discoteche sono ferma da fine febbraio. L’ultima volta in un locale è stato nelle Marche, poi il lavoro si è bloccato. É uno stop forzato e la cosa peggiore è che non ci sono assolutamente prospettive di ripresa nel breve termine». Lumi è stata anche in passerella in concorsi di bellezza e non ha abbandonato quelle dedicate alla moda, ferme anch’esse, seppur nel grande mondo dello spettacolo il suo principale impegno sia quello della ballerina nel mondo dell’animazione.
Una parte non secondaria nell’attività dei locali. Agli albori erano le “mitiche” cubiste. Accanto a senso del ritmo, bellezza e movenze sensuali, oggi c’è molto di più. Ci sono anche coreografie create e studiate appositamente, costumi confezionati ad arte per le serate a tema, insomma, uno spettacolo nello spettacolo nel divertimento notturno. Non ci sono più i cubi certo, la geometria è cambiata, ma l’ammirazione non è diminuita, anzi, e la professionalità è necessaria.
«A tante persone può non sembrare così, ma ci sono tanti sacrifici e fatica. Certo, è una scelta personale, nel mio caso è dettata dal poter dare a mia figlia prima e poi a me una maggior sicurezza economica. É un’attività che riesco a conciliare come mamma e con il mio lavoro per il quale l’impegno non viene certo meno. Lavoro nei fine settimana, ho utilizzato delle ferie e dei permessi, riesco quindi a gestire le due professioni anche se a volte faccio i salti mortali».

Pochissime le ballerine nelle discoteche per le quali questa è l’unica professione. Tantomeno quelle assunte. Sono le agenzie spesso a fare da tramite. I pagamenti sono per lo più con ritenuta d’acconto. «Facessi solo la ballerina - conclude Lumi - adesso sarei in una situazione certamente critica. Nell’attesa del ritorno alla normalità spero si possano svolgere degli eventi all’aperto, in sicurezza, così da tornare a ballare».
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Il Gazzettino