Zona arancione per il 44% degli italiani, chiusi oltre 140mila locali pubblici

Zona arancione per il 44% degli italiani, chiusi oltre 140mila locali pubblici
Le misure più restrittive della zona arancione «colpiscono più di 4 italiani su 10 (44%) nonostante interessino solo cinque regioni che si classificano...

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Le misure più restrittive della zona arancione «colpiscono più di 4 italiani su 10 (44%) nonostante interessino solo cinque regioni che si classificano però tra le più popolose a livello nazionale». È quanto emerge da una analisi della Coldiretti in riferimento alla nuova Ordinanza del ministero della Salute con la quale passano in area arancione le Regioni Veneto, Calabria, Emilia Romagna, Lombardia e Sicilia .

«Ci vivono 26,3 milioni di italiani sottoposti a restrizioni su spostamenti, orari e attività. La mappa delle zone arancioni vede la Lombardia con 10,1 milioni di abitanti, la Sicilia e il Veneto con 4,9 milioni ciascuna, poi  l'Emilia Romagna con 4,5 milioni e la Calabria con 1,9 milioni». La nuova maxi area nazionale arancione blocca di fatto, rileva l'associazione, «140mila bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi con un drammatico effetto sul settore che ha già perso il 48% del fatturato nel corso del 2020. La serrata imposta dalle misure anti contagio si estende a regioni dove molto diffuso è il consumo alimentare fuori casa e colpisce complessivamente quasi il 38% degli esercizi esistenti compresi gli agriturismi».

Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione, continua Coldiretti, «si fanno sentire a cascata sull'intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all'olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Le limitazioni alle attività di impresa - conclude Coldiretti - devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l'economia e l'occupazione».

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Il Gazzettino