PADOVA - Oggi, 5 giugno, compirebbe cinque anni e potrebbe festeggiare un grande successo di pubblico, corroborato da 50 mila presenze nello scorso anno. Invece il Musme rimane...
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«La chiusura del Museo della Medicina nell'anno dell'emergenza sanitaria in cui Padova è divenuta modello di riferimento nazionale e internazionale, sarebbe uno smacco imperdonabile per tutti. Non ne perderebbe solo la cultura, la formazione, il turismo: c'è in gioco l'immagine stessa di una città e di un territorio che ha scritto gran parte della sua storia e del suo Pil sulla scienza medica».
«Non è un caso che Padova sia ancora oggi un punto di riferimento per la ricerca scientifica e un raro caso di eccellenza per quanto riguarda la proficua collaborazione tra il pubblico e il privato - prosegue Fabio Bui - e il Museo della Medicina stesso ne è esempio. Sono fiducioso che le Istituzioni facciano la loro parte e, nonostante le difficoltà, garantiscano tutto ciò che i bilanci ci consentiranno di fare per salvare questo bene. Ma è chiaro che questo sforzo non basterà a coprire tutti i 140 mila euro necessari per la sua sopravvivenza da qui a fine anno».
«La società di gestione ha lavorato bene insieme a tutti coloro che hanno in mano la regia di questo luogo - dice ancora il presidente - quelli registrati dal Musme sono numeri record che, senza l'emergenza del Covid-19, sarebbero ancora più in salita. Le potenzialità per riprendersi, quindi, ci sono tutte e qualunque investimento su questa realtà, garantirà un ritorno. Per questo rivolgo un appello ai privati e, in particolare, alle aziende, ai centri e alle fondazioni mediche, farmaceutiche, sanitarie e della ricerca scientifica in generale.
«Adottare il Museo della medicina in questo particolare momento, non sarebbe solo un gesto di amore per la città, la sua storia e il futuro di tanti ragazzi che, visitando questo luogo, si sono innamorati della medicina e della scienza. Significa mettere il proprio nome e logo a fianco di una realtà che, appena il ritorno alla normalità lo consentirà, saprà restituire ogni aiuto ricevuto in termini promozionali e di immagine. In Veneto e a Padova ci sono tanti imprenditori illuminati che operano in un settore fortemente in crescita come quello medico-scientifico: mi rivolgo a loro affinché ci aiutino a salvare il polo museale di via San Francesco». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino