Musme a secco di finanziamenti, il presidente Bui: «Imprenditori, adottatelo voi»

Venerdì 5 Giugno 2020
Musme a secco di finanziamenti, il presidente Bui: «Imprenditori, adottatelo voi»

PADOVA - Oggi, 5 giugno, compirebbe cinque anni e potrebbe festeggiare un grande successo di pubblico, corroborato da 50 mila presenze nello scorso anno. Invece il Musme rimane tristemente chiuso, nonostante il momento di notorietà che proprio la medicina padovana sta avendo in conseguenza del coronavirus e con prospettive tutt'altro che rosee per il suo futuro. A lanciare un appello il favore del Museo della Medicina è il presidente della Provincia di Padova, Fabio Bui.
«La chiusura del Museo della Medicina nell'anno dell'emergenza sanitaria in cui Padova è divenuta modello di riferimento nazionale e internazionale, sarebbe uno smacco imperdonabile per tutti. Non ne perderebbe solo la cultura, la formazione, il turismo: c'è in gioco l'immagine stessa di una città e di un territorio che ha scritto gran parte della sua storia e del suo Pil sulla scienza medica».
«Non è un caso che Padova sia ancora oggi un punto di riferimento per la ricerca scientifica e un raro caso di eccellenza per quanto riguarda la proficua collaborazione tra il pubblico e il privato - prosegue Fabio Bui - e il Museo della Medicina stesso ne è esempio. Sono fiducioso che le Istituzioni facciano la loro parte e, nonostante le difficoltà, garantiscano tutto ciò che i bilanci ci consentiranno di fare per salvare questo bene. Ma è chiaro che questo sforzo non basterà a coprire tutti i 140 mila euro necessari per la sua sopravvivenza da qui a fine anno».
«La società di gestione ha lavorato bene insieme a tutti coloro che hanno in mano la regia di questo luogo - dice ancora il presidente - quelli registrati dal Musme sono numeri record che, senza l'emergenza del Covid-19, sarebbero ancora più in salita. Le potenzialità per riprendersi, quindi, ci sono tutte e qualunque investimento su questa realtà, garantirà un ritorno. Per questo rivolgo un appello ai privati e, in particolare, alle aziende, ai centri e alle fondazioni mediche, farmaceutiche, sanitarie e della ricerca scientifica in generale.
«Adottare il Museo della medicina in questo particolare momento, non sarebbe solo un gesto di amore per la città, la sua storia e il futuro di tanti ragazzi che, visitando questo luogo, si sono innamorati della medicina e della scienza. Significa mettere il proprio nome e logo a fianco di una realtà che, appena il ritorno alla normalità lo consentirà, saprà restituire ogni aiuto ricevuto in termini promozionali e di immagine.

In Veneto e a Padova ci sono tanti imprenditori illuminati che operano in un settore fortemente in crescita come quello medico-scientifico: mi rivolgo a loro affinché ci aiutino a salvare il polo museale di via San Francesco».

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