VENEZIA - Consegnare frutta e verdura in barca per dare un contributo solidale, affondando il remo nelle acque di canali silenziosi e immobili. Accade anche questo a Venezia...
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Tutto è iniziato quando Jane, innamorata della città, nel 2009 ha deciso di scambiare il suo piccolo «s'ciopon» (il più piccolo tipo di sandolo) con una «batela a coa de gambaro», una solida imbarcazione lagunare che porta quattro rematori. Row Venice si occupa di insegnare a vogare ai turisti, un modo per approcciarsi a Venezia ecologico e sostenibile. Ora che le prenotazioni da parte dei viaggiatori languono a causa del Covid-19, Elena e Giulia hanno pensato di mettere a frutto il loro talento per aiutare chi si trova in difficoltà . Dalla scorsa settimana caricano sulle loro barche casse di ortaggi delle aziende agricole della terraferma e le consegnano a domicilio in centro storico, solcando con calma i canali.
Tanta è la richiesta che questa settimana le domande delle imprese si sono moltiplicate e le due vogatrici nelle loro barche si sono ritrovate a portare pane, olio e prodotti caseari. «Con l'auto arrivi ovunque - racconta Elena Almansi, 27 anni, al remo da quando ne aveva 3 - ma a Venezia come fai? Il servizio con le barche a motore costa troppo e le aziende che riforniscono di cibo le famiglie del centro storico non potrebbero permetterselo. Allora ci pensiamo noi. Con la forza delle nostre braccia e dei nostri remi».
Nei giorni scorsi hanno lavorato in quattro, la prossima settimana vedrà all'opera più "corrierì" via acqua per consegnare anche carne e piatti pronti in vista della Pasqua. Oltre che un gesto di solidarietà, la consegna a remi è anche un'esperienza umana irripetibile. «La gente ci vede passare - sottolinea Elena - ci saluta e ci sorride, chiedendo come fare per ottenere lo stesso servizio». Un contatto con una città deserta, in acque trasparenti, non corrugate da onde. «Siamo passate ieri sotto il Ponte dei Sospiri - dice Elena - sul quale normalmente sostano migliaia di turisti. Tutto era fermo, silenzioso, diverso dal solito. Sembrava una Venezia d'altri tempi. A misura d'uomo». La vogatrice spera che l'idea non venga messa in cantina con l'affievolirsi delle misure di sicurezza legate al virus. «Quando ricominceremo una vita normale - conclude - mi piacerebbe pensare che questa soluzione di trasposto ecosostenibile possa rimanere, anzi crescere». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino