«Ci sono assenti illustri, come commercio e turismo, ma possiamo stimare che in provincia di Belluno da domani mattina circa l’ottanta per cento delle attività...
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GLI INDUSTRIALI
Chi di fatto è già ripartito è il settore dell’industria. Che ora non sarà più vincolata ai codici Ateco e potrà dire addio a settimane di italica burocrazia. «Dal punto di vista della sicurezza - spiega il direttore di Confindustria, Andrea Ferrazzi - tutte le aziende sono organizzate e strutturate, recependo i vari decreti previsti. Non ci risultano particolari problemi. Tutti hanno recepito direttive e protocolli vari. Ma c’è un incognita che pesa ed ha un peso elevato. È quella che riguarda gli ordini. Le aziende non si chiudono per decreto è il mercato a regolare aperture e chiusure». Quello che succede fuori dai confini nazionali ha dei riflessi estremamente rilevanti sulla produzione interna. E nel 2020 il settore sarà costretto a pagare doppio dazio: il primo a causa delle prolungate chiusure esterne, il secondo per le difficoltà alle frontiere.
GLI ARTIGIANI
Intanto in queste ore a far sentire la sua voce è anche il settore del benessere che al posto di scendere in piazza, per evitare assembramenti, ha scelto i social per la campagna “dateci un futuro”. Per questo comparto la ripartenza è fissata per il mese di giugno. «Ci negate il futuro. Se non c’è fiducia, prendetevi le nostre imprese» è lo slogan completo. «L’invito è di scattarsi una foto davanti al negozio, con tanto di locandina affissa sulla vetrina - spiega il direttore di Confartigianato Imprese Belluno, Michele Basso - la stessa foto andrà poi pubblicata sui social, accompagnata dall’hashtag #Dateciunfuturo». Tutti i soci delle categorie per promuovere l’iniziativa: «È importante poi condividere il materiale informativo nei vari strumenti di comunicazione - riprende Basso - promuovere la campagna social nelle redazioni locali. Una campagna che vuole essere da stimolo per i decisori politici e sensibilizzarli rispetto alla necessità di riaprire».
ACCONCIATURA E ESTETICA
Sulla stessa linea di pensiero, Ivana Del Pizzol e Alessandra Feltrin, presidenti dell’acconciatura e dell’estetica di Confartigianato: «Abbiamo chiesto a colleghi e clienti - spiegano - di condividere il più possibile il banner dell’iniziativa. È una rivolta nel pieno rispetto del distanziamento sociale e delle regole di uscita da casa per continuare la pressione verso il Governo, in vista di una rapida apertura. Un ulteriore mese di chiusura non è economicamente sopportabile dalle imprese, che rischiano di dover “deporre” spazzole, forbici, limette e tutto il resto dell’attrezzatura». Oltre al virus i due settori devono fare i conti anche con un altro nemico invisibile: l’abusivismo. «Auspichiamo che il Governo adotti strumenti normativi adeguati a tutelare il tessuto socio-economico del Paese - concludono le presidenti -. E finalizzati a una rapida ripresa in sicurezza di tutte le attività economiche, con conseguente superamento del concetto di pericolosità sulla base della classificazione Ateco». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino