Fase 2, da domani via libera a otto attività su dieci

Domenica 3 Maggio 2020 di Andrea Zambenedetti
Da domani il lavoro riprende
«Ci sono assenti illustri, come commercio e turismo, ma possiamo stimare che in provincia di Belluno da domani mattina circa l’ottanta per cento delle attività ripartano». A spiegare l’impatto che la fase due avrà sull’economia bellunese è il numero uno della camera di Commercio Treviso Belluno, il presidente Mario Pozza. «Il mobile, lo sport system, - prosegue Pozza - si tratta di segmenti importanti della nostra economia. Già nel periodo di lockdown Belluno ha anche potuto contare sul mancato stop all’occhialeria. Mancano, come dicevo settori importanti come il benessere, il commercio, la ristorazione, e soprattutto il turismo. Un comparto che qui ha la doppia stagione. La speranza è che più avanti si riesca a ripartire e si possa salvare un po’ dell’estate. Sarà certamente un’estate diversa. Bisogna però che le attività siano messe nelle condizioni di riaprire quanto prima. Il settore dell’edilizia dove la manodopera straniera pesa il 38 per cento da questo punto di vista è simile al turismo. La ripartenza deve quindi essere comunicata con largo anticipo per permettere ai lavoratori di arrivare. Con i nuovi parametri ci sarà, probabilmente, un calo della necessità di manodopera. Un fattore mitigato dalla voglia di uscire dei clienti, messi a dura prova dopo questi mesi costretti in casa. Ristoranti e pizzerie, pur con numeri ridotti, saranno probabilmente ben frequentate».
GLI INDUSTRIALI
Chi di fatto è già ripartito è il settore dell’industria. Che ora non sarà più vincolata ai codici Ateco e potrà dire addio a settimane di italica burocrazia. «Dal punto di vista della sicurezza - spiega il direttore di Confindustria, Andrea Ferrazzi - tutte le aziende sono organizzate e strutturate, recependo i vari decreti previsti. Non ci risultano particolari problemi. Tutti hanno recepito direttive e protocolli vari. Ma c’è un incognita che pesa ed ha un peso elevato. È quella che riguarda gli ordini. Le aziende non si chiudono per decreto è il mercato a regolare aperture e chiusure». Quello che succede fuori dai confini nazionali ha dei riflessi estremamente rilevanti sulla produzione interna. E nel 2020 il settore sarà costretto a pagare doppio dazio: il primo a causa delle prolungate chiusure esterne, il secondo per le difficoltà alle frontiere.
GLI ARTIGIANI
Intanto in queste ore a far sentire la sua voce è anche il settore del benessere che al posto di scendere in piazza, per evitare assembramenti, ha scelto i social per la campagna “dateci un futuro”. Per questo comparto la ripartenza è fissata per il mese di giugno. «Ci negate il futuro. Se non c’è fiducia, prendetevi le nostre imprese» è lo slogan completo. «L’invito è di scattarsi una foto davanti al negozio, con tanto di locandina affissa sulla vetrina - spiega il direttore di Confartigianato Imprese Belluno, Michele Basso - la stessa foto andrà poi pubblicata sui social, accompagnata dall’hashtag #Dateciunfuturo». Tutti i soci delle categorie per promuovere l’iniziativa: «È importante poi condividere il materiale informativo nei vari strumenti di comunicazione - riprende Basso - promuovere la campagna social nelle redazioni locali. Una campagna che vuole essere da stimolo per i decisori politici e sensibilizzarli rispetto alla necessità di riaprire». 
ACCONCIATURA E ESTETICA
Sulla stessa linea di pensiero, Ivana Del Pizzol e Alessandra Feltrin, presidenti dell’acconciatura e dell’estetica di Confartigianato: «Abbiamo chiesto a colleghi e clienti - spiegano - di condividere il più possibile il banner dell’iniziativa. È una rivolta nel pieno rispetto del distanziamento sociale e delle regole di uscita da casa per continuare la pressione verso il Governo, in vista di una rapida apertura. Un ulteriore mese di chiusura non è economicamente sopportabile dalle imprese, che rischiano di dover “deporre” spazzole, forbici, limette e tutto il resto dell’attrezzatura». Oltre al virus i due settori devono fare i conti anche con un altro nemico invisibile: l’abusivismo. «Auspichiamo che il Governo adotti strumenti normativi adeguati a tutelare il tessuto socio-economico del Paese - concludono le presidenti -. E finalizzati a una rapida ripresa in sicurezza di tutte le attività economiche, con conseguente superamento del concetto di pericolosità sulla base della classificazione Ateco». 
Ultimo aggiornamento: 07:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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