Avrebbe compiuto 74 anni proprio ieri lo storico macellaio di Santo Stefano, Alberto Pomarè Doch: invece è morto la sera prima del suo compleanno all’ospedale...
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IL LUTTO
«Nella serata del 4 ottobre 2020 - spiegava ieri in una nota l’azienda sanitaria - un paziente Covid positivo di anni 74, ricoverato al San Martino Belluno e residente in Usl 1 Dolomiti è deceduto. Le cause ultime del decesso saranno definite, come da protocollo, dall’Istituto Superiore di Sanità». Quel paziente era Alberto Pomarè Doch, ricoverato da poco più di una settimana. «Aveva parlato con noi proprio ieri - raccontano alcuni parenti - era affaticato, ma mai avrei pensato che dopo due ore sarebbe accaduto il peggio». Invece le condizioni del pensionato si sono aggravate e il quadro clinico è precipitato: è stato trasferito in terapia intensiva, ma dopo poco è spirato. «Un grande dolore improvviso per tutti noi», dicono alcuni parenti. Anche loro sono positivi e si trovano in isolamento, come i conviventi del pensionato. La salma sarà cremata e i funerali si terranno più avanti, proprio per dare a tutti e all’intera comunità in questo ristretta nei movimenti per il maxi-focolaio, la possibilità di rendere omaggio a una vera e propria colonna del paese, un uomo che ha fatto la storia di Santo Stefano. «Troppe epigrafi in questi giorni nella nostra comunità - ha scritto ieri sui suoi social un compaesano -, poco fa anche Alberto Pomarè, parte della mia infanzia e gioventù assieme a tutta la famiglia Doch alla quale ora esprimo la mia totale partecipazione. Se ne va anzitempo un’altra persona che ha fatto la storia del paese negli anni della “speranza” (‘60-‘90) assieme al resto dei familiari». La macelleria “Fratelli Pomarè Doch”, di piazza Roma a Santo Stefano, dove per anni Alberto si era visto dietro il banco sta per festeggiare i 50 anni di storia. «La storia è ben più lunga, risale ai primi del Novecento - spiegano i parenti - quando il nonno padre di Alberto ancora con carretto andava a prendere le bestie da macellare». Nel dolore la moglie Isotta, i figli Manuel e Daniela, la nipote, il fratello, le sorelle e i parenti tutti.
LE CROCI
«Non è morto da Covid - precisano i parenti - era già molto fragile». Ma il virus non gli ha dato scampo, come anche a Salvatore Idili, 78enne di Mare di Cadore deceduto ai primi di ottobre. Alberto e Salvatore sono le vittime del maxi-focolaio, le prime morti per coronavirus dal 6 luglio scorso. Così il tragico bilancio sale a 115 croci dall’inizio dell’emergenza e l’età sembra abbassarsi sempre di più. Non più anziani ultranovantenni delle case di riposo, come accadeva nella prima ondata, ma settantenni pensionati.
I DATI
A preoccupare è l’escalation dei contagi che ha portato Belluno, con 242 casi (poco meno della metà nel Comelico), in poco tempo a superare Rovigo (102). La nostra provincia è anche quella che conta il maggior numero, in Veneto, di soggetti in isolamento domiciliare con sintomatologia: 13 il dato più alto della regione. Il totale dei positivi dall’inzio dell’emergenza è salito a 1546. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino