Civibank, addio all'ultima Popolare: «Ma nel 2021 utili per 11-12 milioni»

Michela Del Piero, presidente di Civibank
UDINE - Dopo lo storico passaggio in spa e l'avvio del percorso verso società Benefit approvato a larghissima maggioranza (94%) lunedì, oggi tocca al bilancio...

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UDINE - Dopo lo storico passaggio in spa e l'avvio del percorso verso società Benefit approvato a larghissima maggioranza (94%) lunedì, oggi tocca al bilancio 2020 chiusosi con un utile netto in netta crescita a 6,8 milioni. I 16mila soci di Civibank sono stati chiamati in assemblea con le disposizioni da Covid e quindi non saranno presenti fisicamente a Cividale ma hanno espresso il loro voto da remoto. Fondata nel 1886, Civibank è l'unica banca autonoma con sede nel Friuli Venezia Giulia se si escludono le Bcc. E da inizio settimana è la prima banca italiana a intraprendere il doppio percorso di diventare società per azioni da cooperativa e società Benefit. «Una tappa fondamentale del percorso di crescita dimensionale, reddituale e territoriale delineato dalla nostra squadra», ha sottolineato in una nota la presidente Michela Del Piero: «Resterà invariata, invece, l'autonomia dell'istituto elemento centrale che continuerà ad accompagnare le tappe future di CiviBank e le relazioni con clienti, dipendenti e partner, mentre si amplia il raggio d'azione, perché dal Friuli Venezia Giulia CiviBank proseguirà la propria crescita grazie all'ulteriore apertura di filiali in Veneto, Trentino ed Emilia».

Evidenziando che il piano strategico della banca prevede un utile netto al 2023 di oltre 14 milioni, la presidente ha espresso la soddisfazione per «il responso positivo sulla doppia trasformazione e soprattutto per un appoggio tanto ampio». Il direttore generale di Civibank, Mario Crosta, ha sottolineato che «il passaggio da istituto di matrice popolare a Società per azioni è stato necessario per centrare gli obiettivi di crescita che ci siamo dati e, al contempo, per aumentare l'attrattività dell'istituto verso gli investitori, pur mantenendo intatta la nostra identità di banca autonoma». Che dovrebbe essere preservata attraverso anche la costituzione di un nocciolo duro di azionisti che faccia da punto di riferimento per la vasta platea di ex soci coop, circa 16mila (590 i dipendenti). La sede sociale e la direzione generale di Civibank in ogni caso resteranno a Cividale del Friuli, in provincia di Udine. Il passaggio in spa ha visto una partecipazione di oltre 2400 soci con il voto favorevole del 94%. Nei giorni scorsi lo storico presidente Lorenzo Pelizzo, in sella per 43 anni dal 1970 al 2014, ha manifestato la sua amarezza per la trasformazione in spa e l'auspicio che la Cividale possa sempre rimanere un punto di riferimento per il territorio. L'ex presidente Graziano Tilatti, che ha tentato di varare la trasformazione in spa ancora nel 2015 ma con una cooperativa come socio di riferimento per mantenere ben salda l'autonomia, ha confidato in una crescita nel Nordest anche per riempire il vuoto lasciato dalla liquidazione delle Popolari venete.

CONTI POSITIVI

Oggi dunque si terrà l'assemblea per l'approvazione del bilancio 2020 che ha registrato un utile netto a 6,8 milioni (+ 148% rispetto ai 2,7 milioni di fine 2019), patrimonio netto a 291 milioni (+ 2,2% rispetto a dicembre 2019), un Cet1 al 15%, (13,6% al 31 dicembre 2019). Crediti alla clientela pari a 2.978 milioni (+ 5,1% rispetto al 2019), con 661 milioni di nuovi finanziamenti erogati nell'anno a famiglie e imprese del territorio (+ 8,4% rispetto al 31 dicembre 2019) di cui 485 milioni alle imprese e 176 milioni alle famiglie. Oltre 167 milioni i finanziamenti assistiti da garanzie statali, 5.350 le operazioni di finanziamento con moratoria. Le previsioni per quest'anno sono positive e parlano di un utile netto che anche grazie all'annunciato aumento di capitale a inizio estate per 65 milioni si prevede tra gli 11 e i 12 milioni per un'azione che oggi vale intorno a 5,6 euro. «In questo primo trimestre 2021 - ha detto il direttore generale di Civibank Mario Crosta, in carica da fine 2020 - la raccolta indiretta e gli impieghi della banca sono cresciuti entrambi del 4% rispetto all'ultimo periodo del 2020 mentre la raccolta diretta ha registrato un + 5% confermando sia l'ottimo stato di salute della banca che le nostre aspettative rispetto agli obiettivi che ci siamo dati per il 2021 nell'ottica del nostro piano industriale 2021-23. Non vediamo all'orizzonte gravi elementi di crisi, le imprese del territorio hanno subito cali anche importanti del fatturato spesso accompagnati da redditività».

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Il Gazzettino