Soppresso il Treno del Mare: dopo 16 anni addio ai vagoni per bagnanti

La stazione di Chioggia
CHIOGGIA (VENEZIA) - Addio al Treno del Mare. Con tutta probabilità è stato messo "ko" dalla scarsa disponibilità finanziaria del Comune e dagli sconquassi conseguenti...

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CHIOGGIA (VENEZIA) - Addio al Treno del Mare. Con tutta probabilità è stato messo "ko" dalla scarsa disponibilità finanziaria del Comune e dagli sconquassi conseguenti all'uscita di scena dell'assessore regionale alla Mobilità Renato Chisso, coinvolto nell'inchiesta del Mose e finito in carcere.




Istituito nel 1998, il servizio aveva immediatamente raccolto un notevole successo. Nei fine settimana di punta portava al mare all'incirca 500 persone, disponibile ogni domenica e nelle giornate festive, riguardava le tratte ferroviarie Schio-Vicenza-Padova-Rovigo-Chioggia e Cerea-Rovigo-Chioggia e le stazioni intermedie.



Il costo del biglietto corrispondeva a quello ordinario, scontato dal 20 fino al 30 per cento per le famiglie ed i gruppi. Arrivati a Chioggia, i turisti giornalieri potevano dirigersi ovunque, servendosi delle biciclette a noleggio o scegliere di raggiungere la spiaggia salendo sui bus navetta, appositamente predisposti in coincidenza con l'arrivo dei treni. Il servizio era assai apprezzato anche perché i convogli erano tutti ben climatizzati. Un certo numero di stabilimenti balneari riservava, inoltre, ai clienti uno sconto su tutti i servizi di spiaggia. L'iniziativa "Vacanza Treno del mare" prevedeva, poi, vantaggi offerti dagli alberghi convenzionati.



Il declino ebbe inizio tre anni fa, quando vennero a mancare le bici a nolo. Un altro duro colpo al Treno del mare derivò dalla successiva soppressione dei bus navetta, imposta al Comune dai debiti contratti verso l'Actv e dal Patto di stabilità. «Forse - commenta il sindaco Giuseppe Casson - il treno domenicale si sarebbe potuto salvare intavolando un confronto in Regione. Però è uscito di scena il nostro referente principale: l'assessore ai Trasporti Chisso. A questo punto, non possiamo far altro che cercare di fare qualcosa per il prossimo anno». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino