Il pranzo al ristorante finisce in rissa: uomini e donne si pestano a sangue, 12 denunciati

Il pranzo al ristorante finisce in rissa: uomini e donne si pestano a sangue, 12 denunciati
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CHIOGGIA - «I se masse, i se cope», ovvero «Si ammazzano, si uccidono». È stato con queste parole che la pattuglia della Polizia locale che aveva appena iniziato, domenica pomeriggio, verso le 18.30, l'ultimo giro di perlustrazione della giornata, è stata avvertita di quello che stava succedendo al ristorante Al Faro, poco lontano dalla sede del comando. E sul posto hanno trovato la piena conferma dell'allarme: un numero imprecisato di persone, uomini e donne, che se le stavano dando di santa ragione, a pugni, calci e, forse, anche morsi, vista la quantità di sangue che molti di loro avevano addosso, a causa delle ferite al naso e alla bocca, e che imbrattava diverse zone del locale. Per calmare gli animi sono intervenuti quattro agenti della polizia locale, i due agenti della Volante del Commissariato e due carabinieri, tutti chiamati da chi stava assistendo alla battaglia.


Alla fine, però, di testimoni, estranei all'accaduto, non ce n'era nessuno: gli eventuali spettatori si erano tutti dileguati, ed erano rimaste solo le dodici persone che le forze dell'ordine erano riuscite a fermare e che, in misura maggiore o minore, erano state coinvolte. Da notare che nove di queste sono risultate avere precedenti di vario genere, mentre tre sono incensurate. Sull'episodio sta procedendo la polizia Locale che, però, sta ancora accertando le singole posizioni, anche se l'accusa più probabile che verrà formulata nei loro confronti, è quella di rissa, ovvero con parità di colpa da parte di tutti i contendenti.

Questi ultimi sarebbero, da una parte i titolari, marito e moglie, del locale e, dall'altra il gruppo, interamente formato da chioggiotti, con i nove pregiudicati. Non è chiaro, al momento, se e a quale fazione facesse riferimento il dodicesimo identificato. Tutto sarebbe stato causato dai soliti futili motivi e dai fumi dell'alcol. La comitiva dei nove e di qualche loro amico (erano dodici in tutto) era arrivata al Faro per il pranzo ma, in seguito, si sarebbe trattenuta a fare bisboccia, ben oltre l'orario di chiusura (le 15), con ulteriori assunzioni di alcolici per tutto il pomeriggio.


Ad un certo momento, una donna del gruppo, forse un po' su di giri, si sarebbe ripetutamente lamentata, verso la titolare, della qualità del servizio, incurante degli inviti alla calma. Sta di fatto che le due donne si sono, prima, scontrate verbalmente e, poi, accapigliate. Subito dopo sono entrati in scena i rispettivi partner maschili («per separarle» o «per difenderla», secondo le varie dichiarazioni) e lo scontro è diventato incontenibile, fino all'arrivo delle forze dell'ordine e di due ambulanze del Suem. Ma la cosa non era ancora finita. Invitati a farsi visitare al pronto soccorso, infatti, non tutti i feriti hanno aderito subito. Di sicuro c'è andato il titolare del bar (che ha avuto una prognosi di 15 giorni), accompagnato dalla figlia e, all'ospedale, ha incontrato la donna che aveva dato origine al fattaccio, accompagnata dal figlio. Nuovo scontro tra le parti, da cui la ragazza è uscita con una tibia fratturata, «aggredita alle spalle dal ragazzo» riferisce la madre. «Oggi (ieri, ndr) abbiamo aperto lo stesso. Riferisce la donna nonostante tutto. Dopo tre mesi di chiusura abbiamo tanto bisogno di lavorare e persone come quelle ci creano solo danni». 
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Il Gazzettino