CHIOGGIA - La piccola pesca rischia di scomparire. Un numero, grosso modo, compreso tra le 200 e le 300 barche, a Chioggia, rischia di non poter più lasciare gli ormeggi,...
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SISTEMAA Chioggia la piccola pesca, che rappresenta circa il 30% del totale della marineria, è associata, per lo più, a cooperative di servizi. In pratica i soci delle cooperative non sono i pescatori ma le barche, ciascuna considerata come impresa e, nell'interpretazione dell'Inps, ciò fa decadere i requisiti della 250 e pone ogni barca nell'ambito della 413, con conseguente aumento dei contributi previdenziali e avvio dell'azione di recupero da parte dell'ente. «Riteniamo che ci siano i presupposti per contestare l'interpretazione dell'Inps, anche rispetto alla ratio della legge dice Pierpaolo Piva, della Fai-Cisl ma stupisce che questa interpretazione arrivi dopo mezzo secolo di prassi indiscussa». In realtà l'Inps si è mossa, in altre zone d'Italia, anche in verso contrario.
Nelle Marche, ad esempio, i pescatori che avevano versato, per anni, i contributi della 413, per assicurarsi una pensione migliore, sono stati avvertiti che la loro pensione sarebbe stata pagata ai sensi della 250 (quindi inferiore) pur con la previsione della restituzione della contribuzione in eccesso. «Un paradosso commenta Piva che dovrebbe essere superato secondo gli accordi, finora solo verbali, con l'Inps nazionale». Insomma, tutto fa pensare che l'istituto di previdenza stia raccogliendo risorse andando a rivisitare situazioni cristallizzate da tempo e mettendo in difficoltà chi, per decenni, ha lavorato in altra maniera. «A questo punto dice Piva occorre armonizzare tutte le norme in materia ma servono scelte politiche».
Diego Degan Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino