CHIES D’ALPAGO - Ha perso il 10% del suo gregge, Lorenzo Lavina, a causa di un fulmine. Il maltempo di mercoledì ha falcidiato le sue pecore, che stavano pascolando a...
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IL FULMINE
«Noi le portiamo su in alpeggio - spiega Lavina - e poi le facciamo rientrare nei recinti. Mercoledì le avevamo appena portate su, quando il temporale ci ha sorpreso e non abbiamo fatto a tempo a portarle in salvo. Abbiamo 200 capi. Sono state colpite quelle che dormivano assieme, a contatto con il petto alla terra. Creano una massa di calore, che ha agevolato la diffusione della scarica elettrica». Così sono state uccise 20 pecore che giacciono senza vita a Cima Venal da mercoledì. Le carcasse si sono gonfiate e molte sono rotolare nel dirupo. E questo rende tutto più difficile.
IL RECUPERO
Ieri mattina l’elicottero Drago di Venezia ha portato in quota una squadra di vigili del fuoco veneziani e un’altra bellunese. Era la seconda volta che si tentava il recupero delle carcasse, ma anche ieri le condizioni climatiche erano proibitive. Si tenterà ancora stamattina. Le pecore devono essere rimosse entro domenica prossima: quel giorno, proprio su quelle pendici infatti, si correrà la “Corsa in salita”, a Irrighe di Chies d’Alpago, con arrivo sul Monte Venal. «Inoltre - spiega l’allevatore Lavina - con il caldo di questi giorni incomincia ad avvertirsi anche il cattivo odore».
I PRECEDENTI
«Capitò la stessa cosa, poco tempo fa - spiega Lavina - sulla punta del Messer, la montagna a fianco, dove perdemmo per un fulmine 70 pecore. Siamo in questa zona in affitto dal 2003 e, negli anni, ci è capitato anche di perderne 50, sbranate dall’orso e altre 50 per un fulmine». E infine, demoralizzato dice: «Almeno se le fosse mangiate il lupo, che si vede in giro in questa zona, perlomeno rea risolto il problema del recupero che ci sta dando tutti questi problemi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino