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VENEZIA - Sono quasi 1.500 le imprese della provincia di Venezia che sono concretamente a rischio usura. Si tratta prevalentemente di imprese artigiane, esercenti/attività commerciali o piccoli imprenditori che sono "scivolati" nell'area dell'insolvenza e, conseguentemente, sono stati segnalati dagli intermediari finanziari[1] alla Centrale dei Rischi della Banca d'Italia. Di fatto, questa "schedatura" preclude a queste attività di accedere a qualsiasi altro prestito. L'analisi è stata condotta dall'Ufficio studi CGIA. A livello regionale, la provincia dove la situazione è più critica si registra a Padova: al 31 marzo scorso le imprese segnalate erano 1.946. Seguono Vicenza con 1.913, Verona con 1.747, Treviso con 1.665, Venezia con 1.489, Rovigo con 562 e Belluno con 253. Rispetto allo stesso periodo del 2021, comunque, i dati sono in calo in tutte le nostre sette province. A Venezia la contrazione è stata pari a 333 unità.
Bottan: «Per gli imprenditori coinvolti è la morte civile»
Dichiara il Presidente della CGIA, Roberto Bottan: «Per i destinatari di questa misura è come se fossero stati condannati alla morte civile; Ricordo, infatti, che chi è schedato presso la Centrale dei Rischi praticamente non può più beneficiare di alcun altro aiuto economico dal sistema bancario, rischiando, molto più degli altri, di chiudere o, peggio ancora, di scivolare tra le braccia degli usurai. Per evitare che questa criticità si diffonda, chiediamo con forza il potenziamento delle risorse a disposizione del Fondo di prevenzione dell'usura.
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Il Gazzettino