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MESTRE - È una stangata da 106 miliardi di euro quella che attende le imprese italiane per gli extra-costi dell'energia elettrica e del gas nel corso 2022. La stima è della Cgia di Mestre, che avverte: oltre il 63% di questo conto verrà pagato dalle regioni dove è maggiore la concentrazione di industrie, ovvero quelle del Nord, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte in testa. E quello dell'ufficio studi mestrini non è neanche lo scenario più drastico. Perchè, osserva la Cgia, se il prossimo autunno la Russia dovesse chiudere ulteriormente le forniture di gas verso l'Europa, è probabile che il prezzo di questa materia prima subirà un'impennata che spingerà il costo medio dell'ultima parte dell'anno ad un livello superiore a quello registrato nei primi sei mesi del 2022.
La stima di 106 mld di rincari è stata ottenuta ipotizzando, per l'anno in corso, gli stessi consumi registrati nell'anno pre-pandemia, applicando però per l'intero 2022 le tariffe medie di luce e gas sostenute in questi ultimi sei mesi.
Una stangata non uguale per tutti. Le imprese lombarde, emiliano-romagnole e venete saranno infatti le più penalizzate. A livello territoriale le realtà che più delle altre subiscono i rincari sono naturalmente quelle dove la concentrazione delle attività imprenditoriali è più elevata. Se, rispetto al 2019, in Lombardia il costo aggiuntivo per far fronte ai rincari di luce e gas toccherà quest'anno i 24,4 miliardi di euro, in Emilia Romagna sarà di 12,4, in Veneto di 11,8 e in Piemonte di 9,8 miliardi. Oltre il 63% dell'extra costo totale nazionale di luce e gas sarà perciò in capo alle aziende del Nord.
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