Troppi cervi in provincia: aumenta del 20% il numero dei prelievi di questi ungulati. È quanto emerso ieri, alla presentazone del calendario venatorio 2020. Il consigliere...
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IL PIANO
«Sono confermati i piani approvati negli anni scorsi - ha spiegato il consigliere provinciale delegato, Franco De Bon -. Questo è il secondo anno di sperimentazione per l’abbattimento di femmine e piccoli di cervo, cominciando subito dopo Ferragosto per andare incontro a quella che sta diventando una vera e propria emergenza per l’agricoltura e non solo: la densità eccessivamente elevata di ungulati costituisce un forte danno per le colture e anche per l’intero ecosistema. Quest’anno, con il parere favorevole di Ispra che rappresenta l’ente di riferimento per la gestione faunistica, abbiamo aumentato del 20% il piano di abbattimento». Nel 2019 sono stati prelevati 2.673 cervi, parimenti divisi tra maschi, femmine e piccoli. Un numero che sfiora il 91% dei capi consentiti dal piano di abbattimento. Per il 2020, con il nuovo incremento autorizzato da Ispra, il totale autorizzato arriva a 3.234 capi. «Un numero funzionale a una gestione scientificamente corretta della popolazione di ungulati, in costante crescita - ha sottolineato il consigliere De Bon -. Le stime dello scorso anno ci dicono che avevamo all’incirca 40mila capi in provincia, escluso il territorio del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi: 10.400 cervi, 13.600 caprioli, 2.400 mufloni, 7.250 camosci, a cui dobbiamo aggiungere un numero imprecisato di cinghiali, in fortissima crescita. Proprio il cinghiale costituisce un problema per i danni che produce alle attività agricole e assieme al tavolo verde è stata disposta l’eradicazione. Il prelievo anche in questo caso è in crescita: 400 capi abbattuti nel 2018, 705 nel 2019». Alla presentazione del calendario venatorio hanno preso parte anche due anime del tavolo verde, agricoltori e mondo venatorio. Da parte degli agricoltori si è sollevato il grido d’allarme per le difficoltà legate agli ingenti danni provocati da cervi e cinghiali. Soddisfatto per il nuovo calendario venatorio anche il presidente della Provincia, Roberto Padrin: «Questo è il frutto di un lavoro concertato con tutte le parti coinvolte, che ha portato a un ottimo risultato. Ringraziamo la Regione Veneto per la disponibilità che ci ha dato di gestire in forma autonoma la funzione di caccia e pesca. È un atto richiesto sin da subito nel percorso della nostra autonomia. Grazie alla struttura provinciale e a Franco De Bon per l’impegno profuso. Quando il nostro territorio collabora, riusciamo sempre a ottenere grandi risultati. Lo stiamo vedendo anche nel tavolo verde, a beneficio non solo delle attività agricole, ma di tutto l’ambiente bellunese». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino