Troppi cervi nei boschi: la Provincia aumenta gli abbattimenti del 20%

Mercoledì 15 Luglio 2020 di Federica Fant
Un gruppo di cervi in un prato
Troppi cervi in provincia: aumenta del 20% il numero dei prelievi di questi ungulati. È quanto emerso ieri, alla presentazone del calendario venatorio 2020. Il consigliere delegato Franco De Bon: «Stretta collaborazione con il mondo dell’agricoltura che ci lancia grida d’allarme per l’eccessiva presenza di ungulati». Il nuovo calendario venatorio, approvato da Palazzo Piloni. Si tratta del principale strumento della gestione autonoma della funzione di caccia e pesca assicurata alla Provincia di Belluno in accordo con la Regione Veneto. Il calendario è stato stilato in seguito ad incontri con cacciatori, agricoltori e ambientalisti. Come già avvenuto lo scorso anno, viene avviato il prelievo del cervo in preapertura. 
IL PIANO
«Sono confermati i piani approvati negli anni scorsi - ha spiegato il consigliere provinciale delegato, Franco De Bon -. Questo è il secondo anno di sperimentazione per l’abbattimento di femmine e piccoli di cervo, cominciando subito dopo Ferragosto per andare incontro a quella che sta diventando una vera e propria emergenza per l’agricoltura e non solo: la densità eccessivamente elevata di ungulati costituisce un forte danno per le colture e anche per l’intero ecosistema. Quest’anno, con il parere favorevole di Ispra che rappresenta l’ente di riferimento per la gestione faunistica, abbiamo aumentato del 20% il piano di abbattimento». Nel 2019 sono stati prelevati 2.673 cervi, parimenti divisi tra maschi, femmine e piccoli. Un numero che sfiora il 91% dei capi consentiti dal piano di abbattimento. Per il 2020, con il nuovo incremento autorizzato da Ispra, il totale autorizzato arriva a 3.234 capi. «Un numero funzionale a una gestione scientificamente corretta della popolazione di ungulati, in costante crescita - ha sottolineato il consigliere De Bon -. Le stime dello scorso anno ci dicono che avevamo all’incirca 40mila capi in provincia, escluso il territorio del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi: 10.400 cervi, 13.600 caprioli, 2.400 mufloni, 7.250 camosci, a cui dobbiamo aggiungere un numero imprecisato di cinghiali, in fortissima crescita. Proprio il cinghiale costituisce un problema per i danni che produce alle attività agricole e assieme al tavolo verde è stata disposta l’eradicazione. Il prelievo anche in questo caso è in crescita: 400 capi abbattuti nel 2018, 705 nel 2019». Alla presentazione del calendario venatorio hanno preso parte anche due anime del tavolo verde, agricoltori e mondo venatorio. Da parte degli agricoltori si è sollevato il grido d’allarme per le difficoltà legate agli ingenti danni provocati da cervi e cinghiali. Soddisfatto per il nuovo calendario venatorio anche il presidente della Provincia, Roberto Padrin: «Questo è il frutto di un lavoro concertato con tutte le parti coinvolte, che ha portato a un ottimo risultato. Ringraziamo la Regione Veneto per la disponibilità che ci ha dato di gestire in forma autonoma la funzione di caccia e pesca. È un atto richiesto sin da subito nel percorso della nostra autonomia. Grazie alla struttura provinciale e a Franco De Bon per l’impegno profuso. Quando il nostro territorio collabora, riusciamo sempre a ottenere grandi risultati. Lo stiamo vedendo anche nel tavolo verde, a beneficio non solo delle attività agricole, ma di tutto l’ambiente bellunese». 
Ultimo aggiornamento: 08:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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