Sei "cervelli in fuga" tornano a casa attirati da Banca Finint

La sede di Banca Finint
TREVISO - A volte ritornano: Alberto Nobili e Tito Raccanello raccontano il viaggio di rientro degli yuppies trevigiani, stregati da Enrico Marchi e dal gruppo Finint. Hanno dai...

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TREVISO - A volte ritornano: Alberto Nobili e Tito Raccanello raccontano il viaggio di rientro degli yuppies trevigiani, stregati da Enrico Marchi e dal gruppo Finint. Hanno dai 29 ai 45 anni. Sono nati a Nordest e poi, dopo gli studi, sono finiti nel radar dei grandi colossi finanziari internazionali. Enrico Marchi, fondatore di Finint è riuscito ad intercettarli. E a promuovere una rentrèe di cervelli veneti. Sei di loro oggi, ma il numero è destinato a salire, hanno lasciato la City e le capitali finanziarie internazionali per tornare a casa. «Qui ci occupiamo di finanza e riusciamo ad abbinare una qualità invidiabile della vita».


 

 Sei posizioni apicali, laurea in giurisprudenza a Padova o in economia tra Udine, Ca' Foscari e la Bocconi, esperienza a Londra, nel Nord Europa o sulla piazza milanese età media 34 anni: ecco il profilo dei cervelli di ritorno assunti in Gruppo Banca Finint. Il primo cervello in rientro è arrivato nel 2012, l'ultimo nel 2018. Tutti avevano già avuto contatti lavorativi con Marchi e le sue società. «Ho vissuto a Lussemburgo, Londra, Milano, Hong-Kong-conferma Alberto Nobili, 45 anni, trevigiano- mancavo dalla mia città da vent'anni». Il suo ruolo è quello di responsabile delle operazioni internazionali. Nobili è entrato nel gruppo sei anni fa. «Era il 2012, lavoravo come analista a Londra e sono entrato in contatto con Finint. Subito mi è piaciuta la qualità del team, l'atmosfera che si respirava, questo buon coniugare qualità del lavoro e attenzione al personale e alle relazioni umane». Nobile aveva una carriera nel mondo della finanza londinese. «Londra è davvero l'ombelico del mondo, ma quello che più mi mancavano erano le opzioni di paesaggio tipiche del Veneto. Treviso, città in cui sono nato e cresciuto, è equidistante dal mare e dalla montagna. Dall'Adriatico alle Dolomiti offre una varietà incredibile di possibilità. Credo nel Dna dei veneti ci sia questa libertà psicologica di disporre di luoghi tanto diversi tra loro. A Londra mi mancava terribilmente questa cosa». La molla per Nobili è stata proprio la possibilità di un ritorno senza abdicare alla qualità del lavoro e alla posizione raggiunte. «Qui abbiamo messo a segno grosse operazioni come ad esempio con Goldman Sachs». Il rientro non è stato uno choc, anzi. «Ho ritrovato gli amici dell'infanzia, sono sempre i migliori amici che ci restano. E francamente non me la sentivo più di stare curvo in una metropolitana londinese per 45 minuti ogni mattina». La cosa bella è che Nobili, per sua stessa ammissione, impara ogni giorno. Ma non c'è neppure un aspetto negativo? «Forse il cosmopolitismo del team». I SUCCESSI Tito Raccanello ha 32 anni ed è originario di Udine. Dopo la laurea nella sua città è passato alla Bocconi e di lì a Shangai, Londra, Edimburgo, Dubai, Abu Dabi. «Ma ho sempre sentito che il mio futuro sarebbe stato in Italia. Consideravo l'estero una parentesi, e tuttavia il rientro è avvenuto prima del previsto». Raccanello è rientrato quest'anno e il suo primo progetto importante riguarda la difficile vertenza di Pasta Zara. «Siamo riusciti ad aggregarci per risollevare la società». Il modello slow della provincia, la solidità delle radici: questi sono i motivi per cui il giovane avvocato ha scelto Conegliano. «A Nordest non esiste nulla di paragonabile per qualità di lavoro e livello di specializzazione. Qui la possibilità di bere un bicchiere a cuor leggero con persone che hanno sentimenti ed emozioni simili alle mie mi fa subito sentire a casa». Elena Filini
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Il Gazzettino