Il Cerd è dei profughi: l'assedio quotidiano all'Ecocentro per rivendere i "rifiuti"

Il consigliere comunale Acampora
TREVISO - Ci sono quelli che mattina e pomeriggio stazionano lungo la strada che porta all'ingresso, altri invece arrivano con il buio, aprono dei varchi nella rete di...

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TREVISO - Ci sono quelli che mattina e pomeriggio stazionano lungo la strada che porta all'ingresso, altri invece arrivano con il buio, aprono dei varchi nella rete di recinzione e vanno a frugare dentro ai contenitori. Per tutti l'oggetto del desiderio sono i rifiuti portati all'Ecocentro di Contarina a Treviso, nella zona dell'ex Dogana. Sono stranieri, vivono nei centri come l'ex caserma Serena o sono ospitati in altre strutture di accoglienza. Per loro quello che i trevigiani buttano è un piccolo tesoro: racimolano dieci euro per una televisione ancora funzionante, 15 per una vecchia bicicletta, 5 euro per un'aspirapolvere o una radio. 


Questi i prezzi degli oggetti rivenduti ad altri profughi come ci conferma Stephen, 26 anni del Burkina Faso, arrivato in barcone dalla Libia. È uscito un mese fa dal centro di prima accoglienza della Serena e adesso viene ospitato alla Caritas. Lui, che abbiamo incontrato ieri pomeriggio, è uno di quelli che aspetta lungo la strada che passi qualcuno con il bagagliaio zeppo di oggetti da scaricare. Basta ci sia qualcosa di rivendibile. Aspetta paziente e chiede con garbo in un italiano stentato, chiamando tutti capo. Gli articoli più gettonati sono i vestiti: pantaloni, magliette e soprattutto scarpe. Quelle sono difficili da trovare in buone condizioni, ma con un buon paio ci si può fare anche 20 euro. Della roba che riesce a recuperare fa piccole cataste sul campo dall'altra parte della strada, seminascoste dietro ai cespugli. Una sorta di magazzino a cielo aperto...
 
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Il Gazzettino