Da centrale Enel a villaggio turistico, lo smantellamento è in anticipo sui piani previsti

Lavori di demolizione dell'ex-centrale
PORTO TOLLE - La riconversione da sito industriale a turistico è una bella opportunità. Sono concordi i sindaci del Delta che nella mattinata di ieri hanno...

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PORTO TOLLE - La riconversione da sito industriale a turistico è una bella opportunità. Sono concordi i sindaci del Delta che nella mattinata di ieri hanno visitato l’ex impianto termoelettrico Enel di Polesine Camerini destinato a diventare Delta Farm, un villaggio turistico a opera di Human Company, gruppo fiorentino leader in Italia nel comparto all’aria aperta. E se a distanza di poco più di un mese cominciano a vedersi i primi risultati di quel processo chiamato “decommissioning”, ovvero lo smantellamento di quello che è stato uno dei siti industriali più importanti non soltanto del Polesine ma d’Italia, il direttore tecnico di Human Company, Mario Raniolo si fa scappare che ai primi di aprile dovrebbe essere presentato il progetto preliminare di quello che sarà il futuro di questo territorio. 

IL CRONOPROGRAMMA

«Ultimato lo smantellamento cominceremo subito a costruire il villaggio sfruttando le piastre esistenti – ha rilevato il direttore -. In 18 mesi contiamo poi di aprire, stiamo ragionando sull’installazione di circa 3mila tra casette, tende e camper. La capacità massima della struttura dovrebbe essere di circa 7mila visitatori, noi puntiamo a partire con 5mila. Stiamo ragionando anche sul camino, vedremo; di sicuro, se fossimo costretti a smantellarlo, creeremo qualcosa di simbolico al suo posto».


Si tratta di numeri importanti per un territorio come Porto Tolle che potrebbe trovare in questo progetto la propria consacrazione turistica come ha confermato il sindaco Roberto Pizzoli: «Questa è l’occasione per vedere lo stato di avanzamento dei lavori, nel frattempo attendiamo il progetto preliminare di Human Company a cui daremo ampio risalto. Considerato che l’iniziativa avrebbe ricadute su tutto il Delta del Po, è importante avere qui oggi i colleghi sindaci».

IL CANTIERE 

A fare da Cicerone tra un pezzo di condotta e uno di caldaia è stato l’ingegner Francesco Mangani, progettista e direttore dei lavori che ha spiegato: «Stanno procedendo i lavori di smantellamento della sala macchine, non buttiamo giù niente, ma tutto viene smontato, posato a terra e tagliato con i mezzi meccanici dove possibile, oppure con la fiamma ossidrica. Dalla consegna della Scia abbiamo rifatto il crono-programmae se tutto va bene dovremmo anticipare di un paio di mesi rispetto alla data stabilita di fine lavori di ottobre 2023».
L’estate 2023 dovrebbe essere quindi il punto zero per la ripartenza di questo territorio in un’ottica turistica, certo c’è una variante urbanistica da mettere in atto da qui a quella data per portare la zona da industriale a residenziale ed avere un territorio compatto potrebbe aiutare. «Si tratta di una bella opportunità per tutto il Delta. Permetterà di diversificare l’offerta turistica, specie quella ricettiva di cui c’è bisogno. Lavoriamo in squadra per un territorio che ha tanto da dare», ha commentato il sindaco di Rosolina Michele Grossato, mentre il sindaco di Corbola, Michele Domeneghetti ha ricordato cosa è stata l’ex centrale: «Ha segnato la storia economica e sociale di questo territorio. In una logica di sostenibilità è nostro dovere poterla riusare trasformandola affinché possa essere un sito fruibile in una logica Mab Unesco».

RISORSA PER IL TERRITORIO

Opinione condivisa pure dal sindaco di Taglio di Po, Francesco Siviero: «Questa iniziativa è sicuramente una grande opportunità per tutto il territorio, soprattutto per recuperare una zona di pregio e riconsegnarla al suo valore originario».


Anche l’assessore di Ariano nel Polesine Sandro Vidali ha sottolineato l’importanza di un ritorno alle origini: «La centrale è stata un capitolo importante sotto molti punti di vista, belli o brutti, se fosse vero che ricostruiranno qui senza ulteriore uso del territorio ne sarei ben felice». Il primo cittadino di Adria, Omar Barbierato ha infine dato uno sguardo d’insieme: «Si tratta di una progettazione di area vasta in cui tutto il territorio può mettere in campo le proprie ricchezze dato che con l’Odg (Organizzazione di Gestione della Destinazione turistica) vogliamo mettere in rete la cultura, l’ambiente, il turismo così da guardare con fiducia al futuro del nostro territorio».
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Il Gazzettino