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TREVISO - Neppure gli insegnanti possono usare il telefonino a scuola. Così come i collaboratori scolastici e il personale ausiliario, tecnico e di segreteria. Sono tutti chiamati a dare il buon esempio ai ragazzi. È quanto mai netta la linea adottata dall'istituto comprensivo Serena di Treviso.
Niente cellulari durante l'orario scolastico
Durante l'orario scolastico, gli alunni delle elementari De Amicis, Gabelli, Azzoni e Giovanni XXIII e delle medie Serena devono tassativamente tenere lo smartphone spento, riponendolo all'interno della borsa o dello zaino, anche durante la ricreazione, in mensa, in cortile e nei bagni. Ma non ci si ferma qui. La preside Alessia Quadrini ha ricordato che il discorso vale pure per gli insegnanti. «Il divieto di utilizzare i telefoni cellulari durante lo svolgimento delle attività di insegnamento opera anche nei confronti del personale docente ha messo nero su bianco in una delle ultime circolari questo in considerazione dei doveri derivanti dal contratto collettivo e dalla necessità di assicurare, all'interno della comunità scolastica, le migliori condizioni per lo svolgimento sereno ed efficace delle attività didattiche, unitamente all'esigenza educativa di offrire ai ragazzi un modello di riferimento esemplare da parte degli adulti». «Lo stesso divieto di utilizzare telefoni cellulari riguarda anche il personale Ata e i collaboratori scolastici aggiunge in servizio durante le ore di lezione nei luoghi ad essi destinati, comprese le pertinenze frequentate dagli alunni come atri e corridoi».
Chi può usare lo spartohone
Sono previste solo poche eccezioni: l'uso del cellulare durante le attività è consentito esclusivamente ai docenti collaboratori della preside e ai coordinatori di plesso. «Per motivi logistici e organizzativi dovranno essere comunque raggiungibili in qualsiasi momento», sottolinea Quadrini.
Cattivo uso dei cellulari
A livello generale, le trasgressioni non mancano. In alcune scuole della zona di Treviso è già capitato che i ragazzi abbiano usato le foto degli insegnanti per realizzare fotomontaggi di certo non lusinghieri. E su questo il sindacato è inflessibile. «Davanti a episodi del genere saremmo pronti a querelare le famiglie che hanno la responsabilità sui ragazzi tira le fila Auci non è questione di arrivare a un muro contro muro. Il punto riguarda la tutela degli insegnanti anche sotto questo aspetto. E in certe circostanze una causa pilota potrebbe avere un significato profondo».
Il Gazzettino