VERONA - Arriva Celentano, e non c'è più posto al Teatro Camploy per le compagnie amatoriali veronesi. La scelta del sindaco Federico Sboarina di affittare da...
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MONTA LA POLEMICA
I firmatari chiedono un tavolo di confronto e chiarimenti su una decisione ritenuta inappellabile e che avrebbe creato non pochi disagi. «L'amministrazione - lamentano - ha indicato spazi alternativi con proposte inadeguate e alcuni cambi di calendario. Un centinaio gli spettacoli in cerca di palcoscenico, con moltissimi artisti fra teatro, danza, musica, scuole, rassegne e eventi». Ad affittare il Camploy, che sorge nel quartiere di Veronetta dove ha sede anche l'università, è stata la produzione di Celentano per uno show scandito in nove puntate collegate alla serie di animazione Adrian, atteso su Canale 5 da gennaio a marzo prossimi, ogni lunedì. I costi come da regolamento municipale: l'ex ragazzo della via Gluck pagherà 574 euro al giorno (per 139 giorni, più Iva), a cui vanno ad aggiungersi 50 mila euro per ricollocare in altri due teatri veronesi le compagnie sfrattate.
LA REPLICA DEL SINDACO
Il sindaco risponde a quanti contestano le modalità dell'iniziativa, precisando che la nuova sede è assicurata a tutti. «L'occasione di avere al Camploy una grande produzione nazionale è una opportunità da non tralasciare per una serie di obiettivi - afferma Sboarina-. E cioè, dare quella visibilità nazionale che non ha mai avuto un piccolo teatro, valorizzare il quartiere, mettere a reddito anche se per alcuni mesi la struttura come non è mai avvenuto prima, perchè il ricavato ci permetterà di realizzare gli ammodernamenti tecnologici che gli artisti veronesi chiedono ma per i quali il Comune non ha disponibilità finanziaria». I firmatari della lettera si dicono consci dei vantaggi che lo show di Celentano potrà portare alla città, ma ribadiscono «la necessità che le scelte del Comune siano dettate principalmente dal perseguimento dei reali e concreti interessi della cittadinanza».
L'AMAREZZA DEI TEATRANTI
Sospira Lina Totola, responsabile della storica compagnia omonima: «Mi fa piacere che arrivi Celentano, sono una sua grande ammiratrice. Spero che porti beneficio alla città e al quartiere. Mi amareggia il modo con cui l'amministrazione ci ha trattati, le date degli spettacoli erano già fissate, le compagnie sono state dislocate nei teatri disponibili, non tutti liberi. Bastava essere avvertiti prima. L'abbiamo vissuta come una imposizione». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino