Nel paradiso dei cavalli Camargue: benvenuti all'Isola della Cona

I cavalli Camargue all'Isola della Cona, a Staranzano
STARANZANO (Gorizia) - Bella da visitare tutto l'anno, l'Isola della Cona in primavera è ancora più affascinante con i cavalli Camargue che si possono...

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STARANZANO (Gorizia) - Bella da visitare tutto l'anno, l'Isola della Cona in primavera è ancora più affascinante con i cavalli Camargue che si possono osservare da vicino, grazie a un osservatorio mimetizzato in un capanno che non li disturba. Siamo nella Riserva naturale della foce dell'Isonzo, che si estende per 2.350 ettari, di cui 15 lungo il fiume, nei comuni di Staranzano, Fiumicello, Grado e San Canzian d'Isonzo. 


La vecchia Lacona 
​Il cuore della riserva è l'Isola della Cona, un tempo detta Lacona, un'area che è stata attrezzata con moderne strutture ricettive e didattiche. Qui si possono scoprire tutti i segreti delle zone umide, sia passeggiando che visitando il museo allestito al centro di accoglimento dei turisti. Lungo il tracciato più semplice e corto sono stati sistemati numerosi punti schermati dai quali si può osservare gli animali nel loro habitat naturale. Per chi vuole addentrarsi in laguna si possono prenotare gite in canoa o attività equestri. 

​Ponti? Si parte 
​Per visitare l'area protetta è bene munirsi di scarpe adeguate, anche se i percorsi nella natura e in mezzo ai canneti, sono oggetto di costante manutenzione e pulizia, di spray anti zanzare, specialmente nelle giornate calde, di binocoli, giacca a vento leggera e macchina fotografica. Così si potrà osservare da vicino e immortalare non solo uccelli e paesaggi mozzafiato, ma anche gli splendidi cavalli Camargue che qui vivono allo stato brado. 

I cavalli Camargue nell'antichità 
​Si tratta di un cavallo dalle origini molto antiche. I resti di Equus caballus solutreanus risalenti alla preistoria sono stati trovati vicino ad Arles, sulla riva destra del Rodano, nella zona della Provenza, in Francia. Le caratteristiche dello scheletro antico non si discostano molto da quello dei Camargue attuali. Altri resti di questo animale sono stati rinvenuti, a centinaia, a Solutrè, una località più a nord, sempre lungo il Rodano; furono fatti precipitare dagli antichi abitanti di quella zona. ​I paleontologi descrivo un periodo e una cultura che risale a 10mila, 12mila anni fa. 

Prima dei Romani

​Già Orazio e Cesare parlano di una razza di cavalli tipica della Camargue, esistente in tempi ben anteriori all'occupazione dei Romani. Questa razza è giunta intatta fino a noi, oggi, cioè senza essere stata assoggettata alla "miglioramento" della selezione artificiale, salvo forse qualche incrocio con la razza araba, risalente al periodo dell'occupazione saracena del sud della Francia. Info www.riservafoceisonzo.it. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino