«Dormo per terra»: posta su Facebook la foto e l'ospedale lo denuncia

Castelfranco.«Dormo per terra»: posta su Facebook la foto e l'ospedale lo denuncia
CASTELFRANCO - La Procura aveva chiesto l'archiviazione ma il gip Angelo Mascolo, accogliendo l'opposizione dell'azienda sanitaria Usl 2, ha invece deciso per...

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CASTELFRANCO - La Procura aveva chiesto l'archiviazione ma il gip Angelo Mascolo, accogliendo l'opposizione dell'azienda sanitaria Usl 2, ha invece deciso per l'imputazione coatta. Quindi il processo per diffamazione a Siro Zilio, 57enne musicista di San Zenone, si farà. L'uomo all'inizio di agosto dell'anno scorso aveva pubblicato sulla propria pagina Facebook una foto che lo ritraeva all'interno del reparto di Ematologia dell'ospedale San Giacomo mentre dormiva per terra, in mutande, su un sacco a pelo steso accanto al letto della madre 94enne a cui stava facendo assistenza notturna.

 
LO SCONTROLa foto era accompagnata da pesanti commenti: «Siamo nel terzo mondo aveva scritto Zilio come vedete non ho nessun letto a disposizione. Sono bloccato con la schiena e dovrei anche andare a lavorare. Queste cose non succedono naturalmente nei paesi normali». La risposta dell'Usl 2 era stata durissima. «Parole inaccettabili - aveva ribattuto il direttore generale Francesco Benazzi - chi fa assistenza ha a disposizione delle poltroncine reclinabili». Aggiungendo: «Quanto apparso sul web e sulla stampa a proposito dell'ospedale, dell'assistenza data ai nostri degenti e ai loro parenti è assolutamente arbitrario e non vero. Tanto che ci viene il dubbio che si tratti di un attacco voluto. Non accettiamo di essere accusati di malasanità». E così l'Usl aveva dato incarico all'avvocato Fabio Crea di presentare querela per diffamazione. Poco meno di un anno dopo le indagini sulla vicenda, in cui era intervenuto anche il sindaco Luigi Mazzar che aveva invitato Zilio a togliere le foto da Facebook e scrivere una lettera di scuse, hanno portato alla richiesta della Procura di archiviare la denuncia. Ma l'Usl 2 ha fatto opposizione trovando una sponda nella decisione del gip. «Letti gli atti - scrive Mascolo nel dispositivo con cui ha accolto l'opposizione all'archiviazione - si osserva che la foto pubblicata dall'indagato, che lo rappresenta in mutande, sdraiato per terra accanto al letto di una paziente, oltre a superare di gran lunga i limiti del buon gusto è gravemente offensiva verso l'Ente che gestisce l'ospedale di Castelfranco».

MESSAGGIO NEGATIVONel mandare gli atti al pm perché si agisca in relazione al reato di diffamazione, Mascolo sottolinea che con quella foto «si trasmette un messaggio assolutamente negativo in ordine all'assistenza dei malati e al trattamento dei loro parenti». L'effetto prodotto nell'opinione pubblica, quantomeno chi l'abbia vista su Facebook o letto della protesta di Zilio sugli organi di informazione, è stata per il gip «una sensazione di grave disprezzo nei confronti dei gestori della sanità pubblica, definiti in pratica incapaci di occuparsi dei familiari dei malati e talmente insensibili da obbligare i parenti a giacere miseramente per terra pur di stare vicini al proprio caro». «Disprezzo - conclude Mascolo - che non ha ragione di esistere vista l'efficienza della sanità veneta». Zilio aveva in effetti tolto le foto dalla sua pagina Facebook ma non ha mai scritto lettere di scuse. «Non ho offeso nessuno - si è sempre difeso il musicista - ho semplicemente sottolineato che a livello generale negli ospedali dovrebbero essere previsti dei letti anche per le persone che fanno assistenza notturna ai propri familiari. Non ho niente di cui scusarmi, altre persone hanno rilanciato la cosa prendendo la foto dalla mia pagina Facebook ma lo hanno fatto senza il mio consenso». 
Denis Barea  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino