MESTRE «Abbiamo impugnato la decisione perché ci sembra un provvedimento eccessivo in relazione all’esiguità del danno patito». Così...
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CASSA NEL MIRINO
Stando all’accusa la dipendente, cui mancano un paio d’anni per la pensione, avrebbe tenuto per sé parte delle mance che i frequentatori del Casinò lasciano ai dipendenti dopo avere riscosso le vincite alla cassa consegnando lo scontrino che ne attesta il diritto. Inoltre alla dipendente sarebbero state contestate alcune operazioni irregolari di cassa nel restituire il resto in contanti ai clienti. «Si tratta di sottrazioni estremamente modeste - spiega l’avvocato Azzarini - e il provvedimento preso dal Casinò appare francamente eccessivo, tenuto conto anche della situazione che vive la dipendente in questione. Per questo abbiamo impugnato il licenziamento entro i 60 giorni previsti dalla legge. Ma abbiamo preferito non andare all’attacco nei confronti della controparte. Abbiamo chiesto un contatto con il legale della casa da gioco per vedere se sia possibile trovare una soluzione». Negli ambienti sindacali peraltro non si esclude che nella linea dura adottata dal Casinò possa avere inciso l’impegno sindacale della dipendente, che a suo tempo era stata fra le fondatrici del Siam, il sindacato che rappresenta il personale amministrativo della casa da gioco veneziana. Nei prossimi giorni si saprà se l’iniziativa della difesa della dipendente potrà essere accolta. (a.fra.)
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Il Gazzettino