MESTRE - Un palazzo degradato di alloggi popolari nel quartiere di Altobello, nei giorni in cui imperversa lo scandalo dei furbetti dell'Ater. All'aumento degli affitti in...
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INCURIA ALLARMANTELa casa della signora al primo piano presenta delle macchie causate da infiltrazioni di acqua nella cucina, nella sala da pranzo e nelle camere. Ma la situazione di degrado degli alloggi è evidente in tutto l'edificio della Nave. «Una ventina di appartamenti sono chiusi con delle grate in alluminio, murati» spiega G.F., genero dell'anziana «Lo stato di decomposizione delle pareti è impressionante. Un'incuria che da anni si protrae senza gli interventi più volte sollecitati dell'Ater». Osservando l'edificio dall'esterno, si nota l'instabilità delle colonne portanti delle terrazze. Le pareti degli ingressi all'aperto al piano terra di via dello Squero sono completamente scrostate e presentano dei pezzi cadenti dal soffitto. L'intonaco dei muri è in stato di disfacimento. Nella stessa condizione si trovano gli alloggi nei quattro piani, dove i cornicioni mostrano segni di cedimento. Ma sono sopratutto le case al piano terra sul vialetto di via Altobello a evidenziare gravi stati di degrado. Molte di queste sono abbandonate. Nei giardini si notano l'erba alta, piante in attesa di essere potate, che nascondono finestre con tapparelle annerite. Si vedono carrelli della spesa abbandonati, e rifiuti di ogni sorta sparsi per terra. Contenitori, giochi per bambini, vasi pieni di cianfrusaglie sporche, pentole, pezzi di lamiera pericolosi.
ODORI NAUSEABONDIErmes Candeago ha 71 anni e vive nell'alloggio al civico 23 dal luglio del 2012. «E' sei anni che piove qui dentro» racconta l'uomo. «All'inizio quando sono entrato pagavo 20 euro. Con la dichiarazione ISEE ora ne verso 124». All'interno della sua casa c'è un odore nauseabondo di muffa. Il soffitto è ricoperto di chiazze e pareti scrostate in tutte le stanze. L'uomo vive da solo tra secchi e asciugamani distesi per terra nel tentativo di arginare le perdite di acqua e umidità. «Avevo segnalato da tempo la situazione all'amministratore condominiale, ma mi ha risposto che se ne doveva occupare l'Ater» afferma l'anziano. «A giugno l'Ater mi ha proposto di trasferirmi in un appartamento in via Bissuola, ma ci sono sette gradini da fare. Non riesco da solo, perché sono malato». Ermes Candeago vorrebbe trasferirsi in uno degli alloggi di fronte, in via della Fornace, dove pagherebbe 150 euro. «Queste nuove case del complesso in via della Fornace sono chiuse da anni - conclude G. F. - sono recintate da una ringhiera che impedisce l'accesso anche ai parcheggi, ora completi anche di segnaletica. Quando verranno aperte ai cittadini?».
Filomena Spolaor
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Il Gazzettino