Il diktat in casa di riposo: «Se non ti vuoi vaccinare niente vita di comunità»

Don Gianni Antoniazzi (a destra) accanto al fondatore del Centro don Vecchi, don Armando Trevisiol
MESTRE Il vaccino è una cosa seria, ma la vita in comunità anche di più. E così gli ospiti che sceglieranno (o hanno già scelto) di non farsi...

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MESTRE Il vaccino è una cosa seria, ma la vita in comunità anche di più. E così gli ospiti che sceglieranno (o hanno già scelto) di non farsi somministrare la dose di Pfizer, Moderna, AstraZeneca o Johnson & Johnson (quando arriverà) che sia, non potranno più partecipare alla vita comunitaria dei Centri don Vecchi di Mestre.


Una decisione dura, quella stabilita dalla Fondazione Carpinetum che, in varie sedi, ospita circa 600 anziani della città in strutture che non sono vere e proprie case di riposo, ma mini alloggi per persone autosufficienti o quasi. Don Gianni Antoniazzi, presidente della Fondazione creata dal 91enne don Armando Trevisiol, è chiarissimo: «Chi ha rinunciato al dispositivo forse più prezioso per combattere il Covid-19 dovrà, nostro malgrado e a malincuore, astenersi dal partecipare alla vita comune dei Centri don Vecchi: non potrà partecipare, per esempio, a pranzi, a feste, a ritrovi, ad attività di ordine culturale, ludico o di altra natura. Non potrà intrattenersi con altri negli spazi comuni e dovrà mantenere rigidamente l'uso dei dispositivi». 

 

MISURE DI SICUREZZA

Insomma, quanti (e ce n'è stato già qualcuno) eviteranno di farsi somministrare il vaccino, dovranno continuare a vivere in una perpetua zona rossa come se l'emergenza non fosse mai finita. «Del resto - spiega Antoniazzi - nei nostri sette centri abbiamo contato solo due morti da inizio pandemia, anziani che erano stati contagiati in ospedale. Ma l'epidemia non si è diffusa all'interno delle strutture grazie alle misure di prevenzione che abbiamo preso e che continueremo a prendere». Una doppia cintura di prevenzione, sia all'esterno bloccando gli ingressi, che all'interno, riducendo drasticamente la vita comunitaria che ora, proprio grazie alle vaccinazioni, potrà progressivamente riprendere.


«L'età media dei nostri ospiti è di 82 anni e mezzo - prosegue il sacerdote mestrino -. Qui gli anziani non sono stati vaccinati in blocco come nelle altre case di riposo, ma abbiamo dovuto attendere la chiamata dell'Ulss veneziana. Ora quasi 500 ospiti sono coperti, ma qualcuno ha preferito aspettare, magari più in via prudenziale che per contrarietà al vaccino in sé. Queste persone, ora, dovranno però rispettare queste regole, fermo restando che siamo preoccupati anche per le badanti non vaccinate che entrano nelle strutture. Fino a quando durerà? In futuro vedremo, ma intanto si fa così. Quando c'è nebbia fitta si naviga a vista. Del resto chi fa il vaccino difende se stesso e gli altri. Papa Francesco, libero da interessi personali, considera la vaccinazione un dovere morale e un gesto di carità».
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Il Gazzettino