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TREVISO - Con i prezzi del gas schizzati alle stelle, i costi di produzione della carta hanno superato i ricavi di vendita. Per la Pro-Gest di Ospedalletto di Istrana, in provincia di Treviso, significava lavorare in perdita. Così, ieri, il gruppo, il più importante operatore italiano del settore e uno colossi su scala europea, ha deciso di sospendere l'attività delle sue sei cartiere. Uno stop di qualche giorno, almeno per ora, spiegano dall'azienda, nella speranza che le quotazioni calino, anche grazie a qualche intervento governativo o europeo, e si possa ripartire.
Guerra in Ucraina, acciaio a rischio: l'edilizia verso il baratro
«Vendiamo la carta a 680 euro alla tonnellata - afferma Bruno Zago, fondatore e presidente di Pro-Gest - ma produrre questo quantitativo oggi sono necessari 750 euro soltanto per il gas naturale. E a ciò si sommano poi i costi della materia prima, della manodopera, dei trasporti e tutte le altre voci. Abbiamo tenuto duro, cercando di andare avanti, ma in queste condizioni non è più possibile pensare nemmeno a ritocchi dei listini: bisognerebbe vendere la carta ai clienti a quasi il doppio, improponibile». Il comparto cartario è tra i settori a più alto consumo di energia e, da diversi mesi, sta facendo fronte al rialzo dei prezzi. Lo stesso gruppo trevigiano, nelle scorse settimane aveva segnalato le pensanti ripercussioni dei rincari, pur essendo riuscito a chiudere il bilancio 2021 a oltre 700 milioni di euro di fatturato, in crescita del 60%. L'ultima escalation provocata dal conflitto in Ucraina ha reso la situazione insostenibile.
«È un momento di straordinaria e drammatica criticità che vogliamo superare quanto prima - conferma l'amministratore delegato Francesco Zago -. Stiamo monitorando da vicino la situazione della guerra e siamo profondamente addolorati per il popolo ucraino, auspicando una soluzione immediata del conflitto armato.
SPERANZA UE
Si attendono risvolti positivi dalla discussione in materia anche a livello europeo. Difficile comunque fare previsioni. «Sicuramente nel breve termine pensiamo di perdere competitività rispetto ad altri paesi europei, che hanno una minore dipendenza dal gas rispetto all'Italia - nota Francesco Zago -. Sul lungo periodo, speriamo che non ci siano effetti, soprattutto perché ci auguriamo che la situazione tra Russia e Ucraina diventi meno pressante di quanto è ora». E il padre Bruno aggiunge: «Rivedere le politiche energetiche? Certamente sarà necessario, ma ora servono soluzioni immediate».
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Il Gazzettino