PIEVE DI CADORE - Si spalancano le porte del carcere per il dottor Carlo Cetera, già primario del centro di procreazione assistita di Pieve di Cadore. La Cassazione, dopo...
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IL CASO
Cetera finì nei guai per aver chiesto soldi ad alcune pazienti che si rivolsero al Centro di procreazione assistita dell’ospedale di Pieve di Cadore di cui lui fu primario fino al novembre 2011. “Mazzette”, grazie alle quali avrebbe fatto saltare alle pazienti le lunghe liste d’attesa del servizio pubblico per sottoporsi alle procedure mediche per avere un figlio. Finì in manette il 19 dicembre 2011 e poi a processo in Tribunale a Belluno. Il reato iniziale di concussione venne derubricato in induzione indebita (articolo 319 quater introdotto nel 2012, dallo smembramento del delitto di concussione). Il 17 settembre 2016 venne condannato a 5 anni e mezzo. C’era anche un coimputato il titolare della ditta Sismer di Bologna, società che forniva al Centro di Pieve know how, un medico specializzato e due biologhe. Uscì dal processo dopo essere stato assolto con formula piena in primo grado. Il 14 dicembre 2017 l’impianto accusatorio a carico di Cetera venne confermato anche in secondo grado, ma la pena venne ridotta a 4 anni 6 mesi e 10 giorni. Ma la Corte veneziana, per la prima volta, riconobbe anche il danno di immagine della Usl, poi confermato dalla Cassazione. L’azienda sanitaria che aveva chiesto un danno milionario, potrebbe ora decidere di avvicare una causa civile contro l’ex primario. Ma è già in corso una esecuzione immobiliare sulla casa del ginecologo, e andrà quindi valutato bene come procedere. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino