Carive si fonde in Intesa San Paolo insieme al Credito Sardo

Carive si fonde in Intesa San Paolo insieme al Credito Sardo
VENEZIA - Ormai è ufficiale: Cassa Venezia si fonde in Intesa San Paolo insieme al Credito Sardo. Restano autonome Cassa del Veneto, Cassa del Friuli Venezia Giulia, Banca...

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VENEZIA - Ormai è ufficiale: Cassa Venezia si fonde in Intesa San Paolo insieme al Credito Sardo. Restano autonome Cassa del Veneto, Cassa del Friuli Venezia Giulia, Banca Trento e Bolzano, Caribologna, Cassa Firenze e Banco Napoli. Ma a meno di due mesi dalla fusione effettiva rimangono ancora poco chiari i dettagli operativi: Venezia resterà un’area con un suo ufficio di staff? A chi farà riferimento? Padova o Milano? Resterà lo storico marchio della prima Cassa di risparmio italiana fondata nel 1822?


Tutte domande ancora senza risposta malgrado la decisione del consiglio di gestione di Intesa (azionista al 100% di Carive) risalga al 15 giugno. Due mesi d’estate volano ma fa sempre specie che una riorganizzazione di questa entità e che coinvolge un territorio particolare non sia stata ancora definita nei dettagli. «Domani è previsto un incontro sindacale con il gruppo a Milano proprio per discutere delle ricadute della fusione che dovrebbe concretizzarsi in novembre - spiega Federico Schiavon della Fisac Cgil - in ogni caso non ci saranno esuberi e i diritti contrattuali dei dipedennti saranno salvaguardati. Vi saranno sicuramente dei cambiamenti di mansione dovuti alla fine della direzione generale ma speriamo che almeno rimanga un ufficio di staff autonomo per crediti e controllo gestione: sarebbe naturale con un territorio particolare e un marchio storico, che spero rimanga sulle insegne. Ma è anche vero che questo processo nel mondo bancario è iniziato vent’anni fa».

Sta di fatto che ora il Veneto si trova diviso in due: da una parte Venezia e il Veneziano (senza cda e direzione generale), dall’altra il resto della regione sotto Cassa del Veneto. Un po’ barocca come organizzazione. Il direttore generale di Cassa del Veneto Renzo Simonato, che è anche responsabile dell’area Nordest, fa da supervisore anche alla Banca di Trento e Bolzano, a Cassa del Friuli Venezia Giulia e alla Carive sotto Intesa. «Ci siamo chiesti anche noi il perché di questa operazione - osserva Schiavon - l’unica spiegazione logica è che si voglia andare a piccoli passi verso una soluzione industriale che porta tutto a Intesa Sanpaolo. Ma è solo una riflessione, non c’è niente di definito».


Che comunque la fase sia delicata lo dimostrerebbe la richiesta fatta a Giovanni Costa, presidente di Cassa del Veneto, di attivarsi per affiancare i manager in questa fare di trapasso che vede ancora scoperta una poltrona decisiva per il processo di fusione, quella di responsabile della Banca dei Territori. Incarico che dovrebbe andare all’ex direttore generale di Cassa del Veneto, Omar Lodesani, nominato chief operating officer del gruppo a Milano e in predicato proprio di diventare il responsabile delle sei banche rimaste a presidiare i territori da vicino e con una certa autonomia. Venezia ormai ha perso anche questi poteri bancari. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino