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Messe peggio sono solo la Puglia e la Lombardia: il Veneto è la terza regione in Italia per sovraffollamento delle carceri. Il dato emerge dalla relazione sull'attività del Garante regionale dei diritti della persona, approvata all'unanimità dall'assemblea legislativa di Palazzo Ferro Fini, relativa al 2022. Un anno che si è chiuso con il varo della legge Cartabia, la quale punta a ridurre i tassi di detenzione attraverso la giustizia riparativa e le pene sostitutive. «Tale riforma però, a parere di molti, è destinata a pesare sugli uffici giudiziari, già in grave crisi per il carico di lavoro, per carenza di personale nelle cancellerie e tra gli operatori sicché la verifica degli effettivi effetti si vedrà quando le norme entreranno tutte in vigore e saranno concretamente applicate», avverte l'avvocato Mario Caramel, che oltre alla difesa civica e alla tutela dei minori, su nomina del Consiglio regionale esercita le funzioni pure a favore di quanti sono sottoposti a misure restrittive della libertà personale.
L'OCCUPAZIONE
Secondo la fotografia scattata il 31 dicembre 2022, in Veneto sono presenti 2.487 detenuti. Rispetto al totale, 648 e cioè un quarto non hanno avuto ancora giudizio o condanna definitiva; di questi, 350 sono stranieri.
Le situazioni più critiche sono nelle case circondariali di Verona (157%) e Treviso (156%)
Qui sono ristrette le persone in attesa di giudizio o con pene inferiori a cinque anni, nonché nella casa di reclusione di Padova (144%), dove vengono espiate le condanne superiori. Dei nove istituti penitenziari esistenti in regione, solo tre hanno un tasso di affollamento sotto la soglia del 100%, cioè le case circondariali di Belluno e di Padova e la casa di reclusione di Venezia. Nell'unica Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza, situata a Nogara e destinata agli autori di reato non imputabili ma socialmente pericolosi, sono occupati 38 dei 40 posti.
L'ORGANICO
A fronte di queste cifre, la polizia penitenziaria è sottodimensionata: l'organico previsto è di 1.787 unità, ma gli agenti effettivi sono 1.551, cioè 236 in meno. Inferiore alle necessità è anche la dotazione di educatori, con una media di 70 detenuti per addetto. «È facile comprendere come non possano essere portate a termine tutte le attività che questi operatori dovrebbero effettuare», sottolinea Caramel, citando ad esempio i percorsi di reinserimento socio-lavorativo.
Non a caso al Garante sono state presentate altre 57 segnalazioni, di cui 27 riguardanti la sanità, 11 la vita detentiva e altrettante l'aspetto trattamentale, 10 il percorso processuale, 6 l'affettività, 3 il lavoro, 2 l'istruzione e la formazione. Degli 84 suicidi in carcere avvenuti in Italia, 3 erano in Veneto. «Questa situazione non deve essere liquidata con una relazione, ma diventare un impegno da parte di tutti noi», ha commentato il dem Andrea Zanoni.
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Il Gazzettino