Il Pd contro il parroco anti-aborti: «Offre mille euro? Offende le donne»

Michela Lorenzato e don Marco Scattolon
CAMPOSAMPIERO - «Io mi sono sentita offesa nel leggere la sua offerta di dare mille euro a chi decide di non abortire, come se fossero solo i soldi il motivo che spinge una...

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CAMPOSAMPIERO - «Io mi sono sentita offesa nel leggere la sua offerta di dare mille euro a chi decide di non abortire, come se fossero solo i soldi il motivo che spinge una donna a questa scelta. Carissimo don Marco Scattolon, le chiedo rispetto». Michela Lorenzato, vice segretaria provinciale del Pd non se l'è sentita di tacere e alla proposta del parroco di Rustega di aiutare chi è in difficoltà economica a decidere di continuare una gravidanza con mille euro, ha scritto una lettera aperta indirizzata al prete di Camposampiero con la quale esplicita tutto il suo pensiero. “Caro don - inizia l'esponente del Pd -, la mia famiglia mi ha educata nel rispetto della religione cattolica. Mi ha insegnato a santificare le feste, mi ha insegnato di amare il prossimo e a porgere l’altra guancia. Sono stata battezzata, mi sono sposata con rito cattolico e quando sono diventata mamma, col rito del battesimo, ho consolidato la scelta mia e di mio marito di educare nostro figlio all’interno della grande comunità cristiana. Ho letto la sua proposta di dare mille euro ad una donna che decide non abortire. Gesù – prosegue la Lorenzato - ci ha insegnato di amare il nostro prossimo prima di noi stessi, e non c’è amore senza rispetto....


 

Rispetto per le scelte degli altri, rispetto per il dolore degli altri, rispetto per quelle madri che decidono di interrompere una gravidanza. Chi sono io per giudicare, chi è lei per farlo? L’unica cosa giusta da fare è informare e lasciare che le donne possano scegliere. Impariamo a rispettare le scelte degli altri. Scelte dolorose sempre, sofferte sempre, pensate sempre. Le chiedo solo rispetto.Noi cristiani ci sentiamo figli di quel Padre misericordioso che ha mandato suo figlio sulla terra a morire crocefisso, noi preghiamo quella donna che stringe a se il corpo senza vita del proprio figlio, e noi, non possiamo e non dobbiamo arrogarci il diritto di giudicare”. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino