Inchiesta Sauvignon, guerra di periti ma la procura conferma i sospetti

Inchiesta Sauvignon, guerra di periti ma la procura conferma i sospetti
UDINE - «L'udienza ha ulteriormente avvalorato le tesi dell'accusa» commenta il Procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo, sull'incidente probatorio per...

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UDINE - «L'udienza ha ulteriormente avvalorato le tesi dell'accusa» commenta il Procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo, sull'incidente probatorio per l'inchiesta Sauvignon e i campioni di mosto e vino prelevati dalle aziende e del materiale trovato in possesso dell'enologo. «L'indagine è sempre in corso, stiamo valutando anche tanti altri aspetti».


«Per i produttori è andata bene. I periti hanno confermato che non esiste prova scientifica dell' uso dei prodotti dell'enologo» fa contrasto l'avvocato Giuseppe Campeis: «La Procura - ha aggiunto - ha insistito sul fatto che le prove siano venute meno per ossidazione. Ipotesi che i periti dicono essere assolutamente astratta. Non ci sono elementi e letteratura per dire in che tempi e a che condizioni il fenomeno si verifica». Nei campioni di due cantine sono state trovate tracce di mesitile ossido, sostanza trovata in possesso dell'indagato e che secondo gli investigatori potrebbe essere stata usata per adulterare il mosto. Ma secondo i consulenti il quantitativo è stato giudicato talmente basso da non poter stabilire se sia una presenza naturale o artificiale.

«Il tracciante - ha chiarito Ponti con il suo consulente - è presente nel vino in percentuali infinitesimali, ma la letteratura scientifica prevede che sia possibile una presenza naturale di questa sostanza in tutti i tipi di vino o, ad esempio, in altri preparati di frutta con principi di fermentazione».
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Il Gazzettino