Campione di nuoto paralimpico resta fuori da 4 bar perché non riesce a entrare con la carrozzina: «Ora basta, denuncio tutti quelli che non sono in regola con le barriere»

Maurizio Ferri Campione di nuoto paralimpico resta fuori da quattro bar del paese perchè non riesce a entrare con la carrozzina: «Ora basta, da domani denuncio tutti quelli che non sono in regola con le norme sull'abbattimento delle barriere»
SPINEA - «Ora non ci sto più: chi non rispetta le norme sull'inclusione e l'abbattimento delle barriere architettoniche sarà denunciato». La...

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SPINEA - «Ora non ci sto più: chi non rispetta le norme sull'inclusione e l'abbattimento delle barriere architettoniche sarà denunciato». La battaglia che lo spinetense Maurizio Ferri promette di fare è a nome di chi, come lui, si trova costretto a rinunciare a una cena in un ristorante o a rimanere fuori dalla porta di una banca o di un negozio perché c’è uno scalino di troppo, una rampa troppo ripida o perché manca un bagno per le persone diversamente abili. 

CAMPIONE DI NUOTO

Nuotatore, ai massimi livelli da normodotato e oggi campione di nuoto paralimpico, atleta della società Trivium Spilimbergo, è il protagonista di una campagna contro la discriminazione. Originario dell’Umbria, lavora a Venezia e vive a Spinea da 10 anni. Dal 2019 è disabile a seguito di un infortunio e, da qualche mese, è costretto in carrozzina per una grave tetraparesi spastica grave. E ogni giorno si trova a combattere contro numerose barriere. 

LASCIATO FUORI

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è quanto è accaduto qualche settimana fa: «Sono uscito in centro a Spinea con degli amici e ho dovuto cambiare quattro bar prima di trovarne uno in cui riuscissi a entrare. Giro molto in città e otto locali su dieci non sono agibili perché non soddisfano l’importante requisito di superamento delle barriere architettoniche per le persone diversamente abili». Eppure, ricorda l’atleta, “esistono dei Dpr, le regole sono chiarissime in merito alle pendenze, alla tollerabilità dell’altezza dei gradini o ai bagni”. E attacca: «I professionisti che hanno concesso l’agibilità a tanti locali non hanno fatto bene il loro lavoro e gli organi preposti al controllo dovrebbero vigilare. Conosco a memoria la normativa e, con un amico ingegnere, stiamo valutando i singoli casi: la situazione è intollerabile». 


Quindi ha deciso di intervenire: «Non accetterò mai più di dover chiedere aiuto a quattro persone per poter entrare in un locale. I tempi, passando per la segnalazione al Comune, sono troppo lunghi: io andrò direttamente dai carabinieri che poi procederanno d’ufficio. L’ho già fatto una volta, proprio su indicazione delle forze dell’ordine, per chiedere l’adeguamento del mio condominio. E ora procederò con la querela ogni volta che mi troverò di fronte a una barriera architettonica. È necessario anche nel rispetto di chi invece rispetta le norme e accoglie senza discriminazioni».

«DARÓ BATTAGLIA»

Ferri gira il mondo grazie all’attività sportiva. «Qui in Italia siamo ancora molto lontani dall’allineamento alle normative europee, che sono importanti non solo per evitare discriminazioni e nel garantire la libertà ma, soprattutto per quanto riguarda i bagni, anche sul piano igienico e sanitario. Darò battaglia anche a nome di chi è diversamente abile ma non ha la forza di far sentire la propria voce». E sulla pagina Facebook “Sei di Spinea se 2.1” annuncia, rivolgendosi ai commercianti ma anche ai professionisti e a chi è chiamato a vigilare: «Farò una battaglia senza guardare in faccia nessuno. Mettetevi in regola senza discriminare i diversamente abili. Io in carrozzina devo accedere ovunque come quando avevo le mie gambe e braccia funzionanti. Passerò anche 15 giorni dopo la denuncia alle autorità competenti per effettuare un’indagine che non ha solo carattere amministrativo e civile, ma anche penale. Inutile mettere la testa sotto la sabbia: la discriminazione c’è». 

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Il Gazzettino