CODOGNÈ (TREVISO) - Non sono moltissimi i calzolai ancora in attività nel nostro territorio, ma sicuramente in pochi possono dire di aver iniziato a undici anni...
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GLI ESORDI E OGGIFinito il militare ritorna a Roverbasso dove apre il suo negozio di calzolaio. «Creavo le scarpe e le vendevo nel mio piccolo negozio in centro. Da allora non ho mai smesso e continuerò fino a che le forze me lo permetteranno». All'età di trent'anni si sposa e dal matrimonio nasceranno due figli, un maschio e una femmina che oggi gestiscono il negozio di calzature all'interno del quale si è ritagliato lo spazio per continuare a lavorare. Una grinta e una determinazione uniche quelle che trasmette questo arzillo signore che per la sua estrema lucidità non dimostra assolutamente le novanta primavere appena compiute. «Essere calzolaio mi affascina ancora come sempre, ma tante cose sono cambiate. Ci sono molte persone che portano le scarpe ad aggiustare e poi si dimenticano di venire a ritirarle. Questo non succedeva una volta. Oggi mi trovo costretto a chiedere un numero di telefono così se si scordano faccio un colpo di telefono».
Il suo laboratorio ha ancora quell'aspetto antico che era tipico e frequente in tempi lontani, quando i calzolai erano ovunque e le scarpe venivano create da loro e se dopo qualche anno avevano bisogno di un ritocco venivano rimesse a nuovo dalle loro sapienti mani. Nell'atelier ci sono ancora le forme di legno sulle quali modellare le scarpe. «Vuol sapere un segreto? Quando mi chiedevano di creare un paio di scarpe nuove sapevo per esperienza che se le avessi fatte su misura sarebbero tornati per dirmi che erano troppo strette. Con l'esperienza ho capito che dovevo farle leggermente più grandi, non troppo, ma giusto quel poco da permettere al piede di stare bello comodo - racconta Gigetto - Vede quella statuina che riproduce un calzolaio al lavoro? Se nota il calzolaio ha un buco sulla scarpa. È il vero spirito di quest'arte. Ci prendiamo cura delle scarpe dei nostri clienti ma trascuriamo le nostre».
Pio Dal Cin Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino