OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
MARENO DI PIAVE - A caccia, non di selvaggina stavolta, ma della verità sui presunti ammanchi di denaro dalle casse della propria associazione venatoria. Sergio Berlato, presidente regionale dell'Associazione cacciatori veneti Confavi, esponente di Fratelli d'Italia nonché eurodeputato, ha presentato una denuncia-querela alla Procura di Treviso nei confronti di Gianni Luigi Capraro, ex presidente provinciale dell'associazione, rimosso dall'incarico a fine febbraio 2020 e ora indagato per appropriazione indebita. Il 66enne imprenditore di Mareno di Piave è l'attuale presidente dell'Ambito territoriale di caccia numero 4. Militante nelle fila di Fratelli d'Italia, nel 2018 si era candidato consigliere comunale a Treviso, sostenendo l'attuale sindaco Mario Conte. I querelanti accendono i riflettori su prelievi non giustificati, ammanchi di cassa, cifre utilizzate per finalità diverse da quelle per cui erano state stanziate. Per una cifra complessiva che si aggira sui 21mila euro. Sulla base della denuncia presentata lo scorso dicembre e firmata anche da Rino Pesce (attuale commissario della sezione trevigiana dell'associazione venatoria), il sostituto procuratore Valeria Peruzzo ha aperto un fascicolo per appropriazione indebita: la guardia di finanza ha acquisito i registri contabili dell'associazione e Capraro si è ritrovato sul registro degli indagati. Ma andiamo con ordine.
ANOMALIE BANCARIE
Per ricostruire la vicenda occorre riavvolgere il nastro a febbraio 2020: il consiglio regionale dell'Associazione cacciatori veneti revoca l'incarico di presidente provinciale a Capraro.
«OPERAZIONI INDEBITE»
«Non possiamo che ritenere come indebite tutte le operazioni di pagamento o di prelievo che non trovino supporto nella documentazione contabile che ci è stata consegnata dal signor Capraro» - scrivono alla Procura i due querelanti, precisando che era lui ad avere la delega a operare sul conto corrente della sezione provinciale e che ne determinava le uscite finanziarie. Da qui la richiesta di avviare un'indagine per appropriazione indebita, con Berlato e Pesce che in caso di processo si riservano di costituirsi parte civile per conto dell'associazione che rappresentano. Richiesta esaudita dalla Procura, che ha aperto un fascicolo. L'indagato Capraro, raggiunto telefonicamente, taglia corto: «Non ne so niente». E neppure Berlato è prodigo di parole: preferisce mantenere il riserbo vista l'indagine in corso, lasciando che siano gli inquirenti a far luce sulle presunte appropriazioni indebite.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino