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PADOVA - I bilanci di Busitalia Veneto segnano ancora profondo rosso: la società che gestisce il trasporto pubblico in città e in provincia ha chiuso il 2022 con un disavanzo di 11,8 milioni di euro. Che la partecipata (il 78,9% fa capo a Busitalia Sita Nord, società del Gruppo FS Italiane e 21,1% di Aps Holding, quindi al Comune di Padova) da anni non navighi in buone acque è ampiamente risaputo. A mettere nero su bianco le difficoltà a cui deve far fronte l'azienda è, però, la relazione finanziaria annuale 2022 di Busitalia-Sita Nord Srl. Nel documento si spiega che, l'anno scorso, i ricavi sono stati pari a 87,2 milioni di euro con un decremento di 0,9 milioni di euro rispetto all'esercizio precedente e che il risultato netto registra una perdita di circa 11,8 milioni di euro, in peggioramento di circa 2,5 milioni di euro rispetto all'esercizio precedente. L'anno scorso, infatti, so era attestato a quota 9,3 milioni.
Il calo
«Le differenze risultanti tra i valori di carico della società rispetto alla corrispondente frazione di patrimonio netto, risentono principalmente del risultato negativo realizzato dalla società alla chiusura del bilancio al 31/12/2022 realizzando una perdita d'esercizio pari a 11 milioni 821mila euro - si legge ancora nella relazione -.
Il confronto
Che la situazione economica di Busitalia Veneto presenti molte criticità lo ha confermato anche la riunione che si è tenuta lo scorso marzo tra l'amministratore delegato Gino Colella e i rappresentati di Comune e provincia. Durante l'incontro, infatti, è stato spiegato che soprattutto la pandemia e il caro carburanti hanno pesato sui conti della società per circa 18 milioni di euro. A mettere in fila tutte le difficoltà con cui deve fare i conti Busitalia aveva provveduto qualche giorno prima, proprio il suo amministratore delegato. Come prima cosa, il Covid ha avuto effetti molto significativi sulla richiesta di trasporto pubblico e questo, in buona sostanza, significa meno passeggeri. Nei mesi scorsi, poi, l'azienda ha dovuto fare i conti, complice anche la guerra in Ucraina, con eccezionali rincari per quel che riguarda i carburanti e le materie prime. Come se non bastasse, a complicare il tutto c'è anche un significativo allungamento dei tempi per la consegna di bus e tecnologia. Non solo. Busitalia ha dovuto far fronte a un'inflazione a livelli record e la difficoltà oggettiva a reperire lavoratori che ha determinato non pochi problemi nel garantire le corse. Una questione, quest'ultima, che sembra di difficilissima soluzione. Proprio per questo la scorsa primavera è iniziato "l'addestramento" dei 34 aspiranti autisti che, a partire da luglio, avrebbero dovuto consentire all'azienda di garantire la continuità del servizio. Si tratta di 29 ragazzi e 5 ragazze, la stragrande maggioranza da fuori regione, che avevano deciso di frequentare l'Academy di Busitalia. Un'iniziativa che, a quanto pare, non ha risolto i problemi. È dei giorni scorsi, infatti, la notizia che, proprio l'Academy ha ingaggiato 6 richiedenti asilo per metterli poi alla guida di bus e tram.
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