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PORTOGRUARO (VENEZIA) - «Aggressioni ingiustificate con minacce stile mafioso per intimorire le vittime». Don Livio Tonizzo, parroco di Santa Rita da Cascia a Portogruaro, non usa mezzi termini per ribadire quanto accaduto in città nei giorni scorsi quando una baby gang, composta da ragazzi minorenni e da uno poco più che diciottenne, se la sono presa con ragazzi poco più giovani di loro picchiandoli, danneggiando le loro biciclette e urinandogli addosso. «Per le vittime e per le loro famiglie un trauma che durerà per tanto tempo - ribadisce al Gazzettino don Livio -. Un’aggressione ingiustificata con minacce, in stile mafioso, per intimorire i poveri malcapitati e possibilmente anche i loro genitori».
CLIMA PREOCCUPANTE
«Non mi sembra si tratti di “baby gang" - precisa il sacerdote -, ma di un maggiorenne e di altri due minorenni non così “baby”, che sanno cosa stanno facendo per togliersi di dosso la noia e per cercare “pubblicità”. Una pubblicità negativa, che squalifica il quartiere di Santa Rita dove si vuole evidenziare la presenza del male che ci sta caratterizzando.
«BISOGNA REAGIRE»
Per il parroco di Santa Rita la gang che ha colpito a due passi dalla chiesa potrebbe quindi giovarne finendo nei media. «È nostro dovere reagire criticamente di fronte a questi fatti per affrontare insieme non solo questo problema locale - sottolinea don Livio -, ma anche altri più gravi, collaborando per migliorare i rapporti interpersonali e condividendo momenti di aggregazione, discutendo, ascoltando e facendoci ascoltare. Alla stampa incombe un grande compito informativo che favorisca il senso civile della convivenza, un servizio che contribuisca con le agenzie educative presenti nel territorio a mettere in luce notizie e avvenimenti positivi di crescita e di responsabilità, altrimenti si rischia solo di allontanare la gente dalla vita politica e dalla partecipazione responsabile al bene comune. Ai genitori, oberati dai problemi familiari del lavoro e dei figli, l’invito a dedicare, se possibile, più attenzione ai loro problemi confrontandosi con altre famiglie, offrire alle nuove generazioni modelli di coerenza e di buon esempio alternativi rispetto allo stile arrogante e prepotente di questo periodo postpandemico e bellico, che inquina e disturba la serenità del nostro vivere quotidiano e restringe sempre più, fino all’asfissia, la speranza di un futuro migliore per tutti».
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Il Gazzettino