MESTRE - Il fondo si raggiunge in via della Libertà, nonostante i rinforzi di Actv. Lì davvero si tocca con mano cosa significa la pressione dei turisti sulla vita...
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UN CALVARIOBuono per Avm e Actv che sfruttano al massimo i loro mezzi, sperando che tutti paghino il biglietto, ma un calvario per chi comunque deve andare a Venezia. Nel centro storico, oltre agli alberghi, ai B&B e alle camere in affitto, ci sono ancora le Università e tante attività amministrative pubbliche e non. E gli avvocati, per fare un esempio, che da fuori provincia devono raggiungere il Tribunale in piazzale Roma e ormai da tempo non portano più la macchina a Venezia perché sanno di non trovare posto, si fermano nei parcheggi di via della Libertà per poi prendere il bus o, meglio, tentare di salirci su. Non bisogna stupirsi, dunque, che Verona e Vicenza vogliano la loro Corte d'Appello, o che l'Avvocatura non voglia più Venezia come capoluogo.
I park di via della Libertà e via dei Petroli hanno centinaia di posti auto, poi ci sono circa tremila persone che ruotano attorno al Vega parco scientifico, un esercito che per vari motivi deve raggiungere Venezia, oltre naturalmente a quelli che partono in bus da Mestre o da Marghera.
Avm ha inaugurato giusto lunedì scorso il potenziamento della linea 4L in Corso del Popolo con un 50% di corse in più (tre corse feriali dal lunedì al venerdì da via Mestrina per Venezia alle 7.03, 7.23, 7.43, più altre corse dalle 8.03 alle 9.23 ai minuti 3-23-43 dal lunedì al sabato) ma l'effetto in via della Libertà non si è quasi sentito. E i vertici di Avm hanno già avvertito che questo è l'ultimo sforzo che sono in grado di fare, per aprire nuove linee bisognerà per forza eliminarne altre esistenti.
L'ASSEDIO SI ALLARGANon è questione di ore di punta, al mattino presto o alla sera al ritorno dal lavoro o dall'Università, perché capita di trovare i bus pieni un po' a tutte le ore del giorno. Non sono i pendolari, insomma, che fanno la differenza ma i turisti che salgono sui bus già in centro a Mestre provenienti dalle centinaia di appartamenti in affitto e B&B, dagli alberghi e dai nuovi ostelli. E aumentano di giorno in giorno, così l'assedio a Venezia arretra il fronte rischiando di trasformarsi in assedio anche alla terraferma. E chi è costretto a recarsi a Venezia comincia a sperare che pure le ultime funzioni rimaste in centro storico finiscano per trasferirsi a Mestre, così non dovrà più affrontare quel viaggio sempre più disagevole; ma è il cane che si morde la coda perché più funzioni si tolgono a Venezia (dopo il grande esodo dei decenni scorsi quando tanti uffici, direzioni e attività produttive la abbandonarono per spostarsi in terraferma o addirittura fuori provincia), più la si abbandona alla monocultura turistica e la si condanna a diventare una Disneyland senza vita.
Elisio Trevisan
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Il Gazzettino