Buranelle scomparse, spunta un super testimone: «So dove le hanno sepolte»

Le due buranelle scomparse: Rosalia (a sinistra) e Paola
VENEZIA - Un branco composto da quattro uomini, di cui due armati, avrebbe prelevato Paola Costantini, 29 anni e Rosalia Molin, la nipote, di 25, le avrebbe portate in un...

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VENEZIA - Un branco composto da quattro uomini, di cui due armati, avrebbe prelevato Paola Costantini, 29 anni e Rosalia Molin, la nipote, di 25, le avrebbe portate in un campeggio poco distante da Punta Sabbioni e lì, con l’intenzione di sottoporle a una specie di punizione, le avrebbe uccise.




Rosalia per prima, con un colpo partito per errore, Paola dopo, per eliminare un testimone scomodo. Questa la pista che è stata rispolverata dalla trasmissione televisiva "Chi l’ha visto?" in onda ieri sera in diretta su Rai3, che ha riproposto il giallo delle due buranelle scomparse il 27 ottobre del 1991 dopo che anche il Gazzettino aveva riaperto il caso.



Le telecamere di Rai3 sono tornate sull’isola con il giornalista Fiore Di Rienzo per ricostruire la vicenda, mentre Lino, fratello di Paola, e Patrizia, sorella di Rosalia, si sono avvicendati in studio nel ripercorrere quei ricordi lontani eppure sempre vivi. È emersa la presenza di un supertestimone che saprebbe indicare dove si trovano i resti delle due donne, un terreno sopra il quale ora sarebbe stato costruito un bar.



I familiari delle due donne hanno chiesto con forza una riapertura delle indagini, condotte "all’acqua di rose". Patrizia ha raccontato come siano state vagliate tutte le segnalazioni giunte alla trasmissione televisiva, e come fin da subito ci siano stati dei tentativi di depistaggio delle indagini. Ma anche le forze dell’ordine, forse per rassicurare le famiglie, sembravano poco convinte di un delitto e propendevano inizialmente per un allontanamento volontario.



Intervistato anche il procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio, al quale erano state affidate le indagini fin da subito. Oggi ipotizza l’occultamento "professionale" dei cadaveri, perchè forse entrambe avevano visto qualcosa che non dovevano vedere. Ci furono molte persone interrogate, ma in base agli indizi raccolti non fu possibile incastrare nessuno con prove certe. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino