«Buoni pasto che nessuno accetta più». Dipendente Ulss si rivolge all'Associazione Difesa Consumatori

Un supermarket: alcuni buoni pasto non vengono più accettati
MESTRE - All’inizio venivano accettati in ogni esercizio pubblico e supermercato. A poco a poco, però, sono diventati “carta straccia”, visto che bar,...

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MESTRE - All’inizio venivano accettati in ogni esercizio pubblico e supermercato. A poco a poco, però, sono diventati “carta straccia”, visto che bar, ristoranti e punti vendita a Mestre hanno cominciato a rifiutarli. Stiamo parlando dei nuovi buoni pasto “city time plus” serie Bp8, in uso ai dipendenti dell’Ulss 3 Serenissima e di altri enti che hanno al proprio interno centinaia di lavoratori.


Il problema ha cominciato a concretizzarsi a febbraio, con l’emissione dei buoni pasto, ma con il tempo si è fatto sempre più grave, come segnalato all’Adico da un dipendente dell’Ulss, Simone Scaggiante, il quale si è rivolto all’associazione per chiedere l’assistenza dell’ufficio legale. In pratica, come spiega lo stesso Scaggiante,
«questi tagliandi serie Bp8 inizialmente venivano accettati ovunque. Poi, a poco a poco, esercizi pubblici e supermercati hanno cominciato a non ritirarli più, probabilmente per un problema legato alle commissioni. A quanto mi risulta allo stato attuale, almeno nella zona dove lavoro io, li accetta solo una pizzeria. Ora io mi trovo con 40 buoni pasto da 5,16 euro inutilizzati e inutilizzabili. E credo che nella mia stessa situazione ci siano centinaia di altre persone».

A questo punto, come spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico, valuteremo con il nostro ufficio legale un possibile intervento perché non si può pensare che questi lavoratori continuino a pagarsi il pranzo quando hanno diritto al buono. Ora analizzeremo bene la situazione per poi scrivere alla società che emette quei tagliandi e chiedere spiegazioni. Naturalmente – continua Garofolini – se non si trova una soluzioni in tempi molto rapidi, chiederemo agli Enti che utilizzano questi buoni, di cambiarli oppure, lo diciamo in modo provocatorio, di mettere nelle busta paga quei 4 euro che l’azienda paga per i tagliandi da 5,16 euro”.
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Il Gazzettino