Luxottica, la storia della dipendente numero 18, Maria Luisa Pramaor: da operaia a imprenditrice

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AGORDO (BELLUNO) - La dipendente Luxottica numero 18, assunta ragazzina nel 1963 a due anni dalla nascita dell'impresa, si chiama Maria Luisa Pramaor. Nel 1971, con gran coraggio, si mise in proprio e per Leonardo Del Vecchio, da terzista, lavorò sedici anni. Dopodiché la sua piccola realtà artigianale, chiamata Pramaor, intraprese la strada delle montature in titanio diventando negli anni tra i leader mondiali di questo settore di nicchia. L'azienda, che ha sede a Taibon ed è l'unica occhialeria agordina assieme a Luxottica, oggi si chiama Blackfin ed è guidata dal figlio Nicola Del Din. «In Luxottica - racconta Pramaor - ho iniziato a 16 anni. Dal mio paese, La Valle, raggiungevo Valcozzena tutti i giorni a piedi. Che fatica, ma quanta gioia far parte di quella motivata realtà che per me era una famiglia. Tant'è che quando mi sono sposata, nel 1966, oltre ai colleghi ho invitato anche il titolare. Ma Del Vecchio, all'albergo Roma dove avevamo organizzato il ricevimento di nozze, arrivò solo in serata a bere qualcosa al volo: i danni dell'alluvione si erano fatti sentire con forza e aveva trascorso tutto il giorno a ripulire parte della fabbrica che si era allagata».


LA NOTIZIA
Maria Luisa ha ricevuto la notizia della morte del suo ex titolare verso le 9.30 di ieri mattina, tramite un messaggio sul telefonino. «In quel momento mi trovavo proprio di fronte allo stabilimento Luxottica e in un solo attimo mi si è ripresentata davanti tutta la mia vita. Là, immobile a fianco della fabbrica blu, mi sono ritrovata profondamente scossa». Ma la casualità ha voluto che pochi metri oltre, chino su un orto da ripulire dalle erbacce, ci fosse Dino Dorigo, dipendente numero 1 di Luxottica. «Gli ho dato la notizia io - dice Pramaor - e lui si è subito ammutolito e rabbuiato. A parlare per noi, a quel punto, sono stati solo i nostri sguardi tristi».


GLI ELOGI


A dirigere la Blackfin è ora il figlio Nicola Del Din, classe 1974, che ricorda così Del Vecchio: «Un riferimento importante, per la sua dinamicità e per quella sua grande capacità di trasformare i sogni in realtà. Il messaggio che nei suoi anni di imprenditoria ha lanciato è molto chiaro: ogni progetto, se si vuole, lo si può realizzare. È chiaro poi che se non ci fosse stata Luxottica, oggi non esisterebbe nemmeno Blackfin. Sì perché tutta la nostra storia ha origine con mia mamma che a sua volta iniziò la sua come operaia di Del Vecchio». Indimenticabili gli elogi del cavaliere: «Era il 2017 ed eravamo alla Mido, lui venne a visitare il nostro stand e mi fece i complimenti per come stavo portando avanti l'azienda di famiglia. Per me resterà un giorno indimenticabile: una sorta di imprimatur dal migliore del settore». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino