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VENEZIA - In carica da neanche cinque mesi, Margareth Menezes è arrivata ieri a Venezia per inaugurare “Terra” alla Biennale di Architettura. Ignara che, appena salita sul vaporetto in piazzale Roma ci avrebbe rimesso soldi e documenti. L’illustre vittima dei borseggiatori è una famosa ex cantante che il presidente del Brasile, Lula, lo scorso gennaio ha nominato ministro alla Cultura. E, a quanto raccontano, Margareth Menezes aveva insistito per viaggiare “come i veneziani” e quindi niente taxi, niente motoscafo diplomatico anche se con lei c’era l’ambasciatore del Brasile in Italia Helio Ramos, ma un normale, comunissimo vaporetto per raggiungere i Giardini e lì inaugurare il padiglione carioca con il lavoro intitolato “Terra”. Solo che nei vaporetti i borseggiatori imperversano. Ed è così che, come tanti altri malcapitati, la ministra brasiliana si è ritrovata senza portafoglio, costretta suo malgrado a fare denuncia di furto.
Denunce inutili
Una denuncia che poi non avrà alcun seguito, poiché anche se i responsabili fossero stati arrestati (e non lo sono stati) senza la presenza della vittima all’udienza per direttissima, il giudice è costretto a dichiarare il non luogo a procedere. È questo uno tra i più perversi effetti della cosiddetta riforma Cartabia, che molti politici affermano di volerla cancellare (almeno nelle parti più dannose) ma nessuno finora ha voluto metterci le mani. Ciò che è accaduto alla ministra brasiliana è solo la punta dell’iceberg di ciò che accade quotidianamente a Venezia dalle 10 del mattino fino a tarda sera: gente che ruba portafogli come se non ci fosse un domani e con la certezza che non andrà mai in cella.
Borseggi a Venezia, le zone piu' pericolose
Oltre ai vaporetti, le zone più colpite sono la stazione ferroviaria (dentro e fuori), le biglietterie dei mezzi acquei della ferrovia e di piazzale Roma (il terminal dei bus), il ponte di Rialto e tutte le situazioni in cui si formano code e assembramenti.
Le nuove ladre, chi sono e da dove arrivano?
In questi giorni si assiste all’invasione di borseggiatrici sconosciute a Venezia, fatto abbastanza nuovo perché le facce sono più o meno sempre quelle: potrebbe essere la conseguenza della campagna mediatica scatenata a Milano e Roma. Altra novità riguarda l’attenzione sempre più spinta verso le persone anziane, che poi sono le vittime più facili. Due giorni fa è stato derubato un novantottenne, del quale sono stati rinvenuti i documenti nella spazzatura.
Le bande di uomini a Venezia
Verso sera arrivano le bande di uomini, più pericolose perché reagiscono violentemente contro chi li disturba: sono davanti alla stazione (ne abbiamo contate una ventina, l’altra sera) e a piazzale Roma, dove prendono di mira i turisti che salgono e scendono dai bus per l’aeroporto. «Ogni giorno una strage di portafogli - ripetono i “Non distratti” - e tutta questa gente rimane impunita». Il problema non è di oggi, né di ieri, ma ha radici profonde che arrivano ai primi anni Novanta con i primi ladri sudamericani e magrebini. Ma è con l’arrivo in massa dei rom dai Paesi dell’ex Jugoslavia e della Romania che i problemi sono diventati ingestibili. Questo perché vengono mandate avanti ragazzine quasi bambine, che non possono essere arrestate quando vengono prese o giovani donne appena maggiorenni perennemente incinte. Ultimamente si sono aggiunte bande di uomini (dai tre soggetti in su) che oltre ad essere abili nel rubare, sono anche molto efficaci a minacciare e menare le mani.
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Il Gazzettino